Sulla serranda del locale di Marco, Artemisia, in via De Rossi a Bari, qualche imbecille ha scritto con della vernice spray nera: “Fascist d merd”, con tanto di simbolo anarchico. Imbecille non per il messaggio (lo stesso sarebbe stato se avesse scritto “comunista”, per esempio), ma per la forma, perché, spiegami, a parte aver imbrattato la città e una querela, cosa hai ottenuto?

In passato, Marco ha militato in movimenti di destra, ma il suo locale non è la sede di un partito, non è luogo di incontro di attivisti di estrema destra, è un pub, aperto a tutti, di destra, di sinistra, giovani, vecchi, ragni e visigoti.

Al netto del messaggio politico e al di là dell’anacronismo della forma (Marco è nato 38 anni dopo la caduta del fascismo), che senso ha una scritta del genere, se non quella di imbrattare?

I casi sono due: nel primo, Marco non è un fascista. Nel qual caso, oltre a imbrattare, è menzognera. Di fatto è vandalismo puro. Nel secondo caso, Marco è un fascista. Dato per assuto che si intenda il senso ideologico e non l’affiliazione a un partito, in questo caso la scritta, oltre a imbrattare, vorrebbe etichettare una persona? Fa molto “Achtung. Ebreo!”. Complimenti, imbrattatore: ti sei comportato da fascista di merda.

E comunque, la corretta grafia, nella grammatica barese, è: “Fasciste de mmerde”.