Rabbia e indignazione dopo l’ennesimo incidente stradale costato la vita alla 49enne Marta Colucci, dipendente di Poste Italiane, rimasta coinvolta in uno scontro sulla strada statale 172 per Alberobello.

C’è chi grida alla morte sul lavoro, come Pino Gesmundo, Segretario Generale della Cgil Bari, il quale chiede più sicurezza per i lavoratori costretti a prestare servizio alla guida, come la vittima di oggi che effettuava il lavoro di portalettere. Di seguito il testo della Cgil.

La perdita di una lavoratrice mamma di due bambini, morta mentre prestava servizio come portalettere, ci impone il silenzio nel rispetto del dolore della famiglia, ma al tempo stesso esige una presa di posizione sul tema della sicurezza sul lavoro. Oltre ai rischi che questi lavoratori corrono sulla strada anche in virtù della mancata o scarsa manutenzione dei mezzi utilizzati, ci imbattiamo purtroppo in un altro grave problema che riguarda il sempre più ricorrente ed eccessivo carico di lavoro a cui vengono sottoposti i portalettere nell’ottica di una riduzione dei costi da parte dell’azienda. Questi due aspetti aumentano notevolmente il numero degli incidenti, talvolta mortali come in questo caso, sul lavoro.

Continuiamo ad affermare che è inaccettabile morire per il lavoro e ci batteremo affinché il lavoro sia dignitoso e tutelato. Riteniamo che questa vicenda e la riduzione del fenomeno degli incidenti sul lavoro trovi nel forum della legalità della città metropolitana di Bari la giusta dimensione per aprire una riflessione di merito.

Nella direzione di affermare la cultura della sicurezza e della legalità va la proposta della Cgil di Bari di individuare un delegato alla sicurezza e legalità sui posti di lavoro che imponga un confronto serrato con l’impresa al fine di debellare completamente il fenomeno degli infortuni mortali che rappresentano una delle più grandi ingiustizie umane“.

Intanto sono ancora al vaglio degli inquirenti le dinamiche esatte dell’incidente stradale. Secondo le prime ricostruzioni, la donna si stava immettendo sulla Statale da un accesso privato. Un furgone, guidato da un 25enne di Alberobello, non sarebbe riuscito ad evitare lo scontro. A quanto pare sull’asfalto sarebbero state trovate tracce di pneumatici, segni di una probabile e lunga frenata. A tal proposito si è espresso Tonio Coladonato, presidente dell’associazione Vivi la Strada. Intervistato da Putignanoweb, Coladonato ha tuonato. “Ma si può correre a tavoletta su una strada piena d’insidie e che impone una velocità massima di 70 chilometri orari? Perché non rispettiamo la vita altrui, la nostra e le regole del codice della strada? La colpa non è della Statale, che allo stesso modo non è una pista. Facciamoci un esame di coscienza“.