Contrabbando di unità da diporto, truffa aggravata, uso di falso contrassegno e uso abusivo della bandiera. Con queste accuse la Guardia di Finanza di Brindisi ha denunciato all’Autorità Giudiziaria il titolare di una ditta individuale di Bari operante nel settore della locazione e noleggio. Altre sei persone coinvolte a vario titolo nei reati di truffa aggravata e falso, in concorso con il titolare della ditta individuale, sono state denunciate. Sottoposto a sequestro, nel porto di Brindisi, il relitto di un’imbarcazione da diporto in legno tipo “caicco” e tutta la documentazione utile alle indagini.

Durante uno dei servizi di Polizia economico-finanziaria disposti dal Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Bari, i finanzieri della Sezione Operativa Navale di Brindisi hanno rinvenuto nel bacino portuale, il relitto di un veliero in legno tipo “caicco”, completamente affondato. L’anomalia di tale situazione ha insospettito le fiamme gialle e fatto scattare le indagini grazie alle quali si è scoperto che la suddetta imbarcazione, inizialmente di immatricolazione albanese e successivamente nazionalizzata, era stata introdotta nel territorio comunitario via mare, senza aver mai adempiuto alle formalità doganali conseguenti alla sua importazione definitiva.

Dagli approfondimenti è emerso che la società di locazione e noleggio, per l’acquisto del caicco, ha messo a segno una truffa ai danni della Regione Puglia, ottenendo un finanziamento per circa 100mila euro, certificando falsamente le buone condizioni strutturali e di navigabilità del mezzo grazie anche al concorso di sei persone che, a vario titolo, hanno partecipato all’acquisto dell’imbarcazione, alla redazione dei documenti falsi e all’esecuzione dei controlli previsti dal Bando di finanziamento. Per aggirare i controlli in merito alla nazionalizzazione, i criminali hanno apposto una matricola falsa del compartimento di Brindisi.

Sulla base dell’operato della Guardia di Finanza, è stata attivata la Dogana di Brindisi per il recupero dei diritti di confine evasi e per l’irrogazione delle relative sanzioni, la Regione Puglia per il recupero del finanziamenti concessi e la Corte dei Conti per la determinazione del danno erariale e le conseguenti azioni.