Adesso il duello rusticano si sposta sul piano dei parcheggi. Come una coppia in piena crisi di nervi, il Sindaco Antonio Decaro da una parte e la Soprintendenza ai Beni Culturali dall’altra, ormai si tirano gli stracci addosso.

Il nodo del contendere sta in quella palazzina di un piano e mezzo che sorgerebbe nel cuore di un fantomatico Parco del Castello (di cui a dire il vero a Bari non si era mai sentito parlare), che la Soprintendenza ha autorizzato, destinandola a se stessa e che la città non vuole.

La tenzone sta facendo vittime illustri, come i graffiti di San Nicola del Sottovia Quintino Sella, o la stessa Santa Chiara, ex convento, poi casa del profugo, poi ufficio della Provincia, infine grosso rudere abbandonato diventato casa per 200 rifugiati politici, che lo stanno sistemando piano piano a spese loro.

Ora è la volta dei parcheggi: Decaro ha riflettuto sul fatto che la Soprintendenza, che ha sede al castello Svevo, usa inopinatamente l’interno dell’avita magione per lasciare le auto in sosta, risparmiando il costo del grattino giornaliero e ha deciso, a nostro parere con tutta ragione, di far sgomberare le auto.

Ma la Soprintendenza ha già il piano B: da un po’ di giorni, infatti, i dipendenti che tutelano i beni culturali, storici, architettonici di Bari stanno bellamente e gratuitamente usando il cortile esterno dell’ex Monastero di Santa Chiara, sede di un cantiere che dovrebbe partire a giorni e teoricamente off limits per le auto. Quale sarà la prossima mossa del Sindaco? Lo scopriremo molto presto.