“Turismo del vino in Italia. Storia, normativa e buone pratiche” (ed. Edagricole), è il libro scritto a quattro mani da Donatella Cinelli Colombini e Dario Stefàno. Entrambi hanno una storia nell’enoturismo. La prima, senese, fondatrice del Movimento nazionale Turismo del Vino. Il secondo autore, salentino, durante la sua carriera politica, prima da assessore alle Politiche agricole della Regione Puglia, e poi da senatore e presidente della Commissione Politiche Comunitarie di Palazzo Madama, si è battuto per dare al vino pugliese il giusto riconoscimento identitario, e con l’approvazione del decreto del 12 marzo 2019 ha permesso che il settore fosse riconosciuto quale asset strategico per lo sviluppo della vitivinicoltura italiana.

Il libro è un manuale su tutto quello che c’è da sapere sulla storia del vino italiano e le potenzialità dell’enoturismo, considerato attrattore per i viaggiatori gourmet che scelgono il nostro Paese, e sul quale puntare in quanto elemento di crescita economica, culturale e sociale.

La presentazione è avvenuta a Roma, in Senato, nella sala Nassirya, erano presenti anche i ministri dell’Agricoltura, Turismo e Cultura, “tre competenze – fa notare Dario Stefàno – che ritengo debbano lavorare in sinergia per restituire l’orgoglio identitario ad un mondo, quello del vino, che è tradizione, storia, cultura. Il rilancio di un riconosciuto Sistema enologico di qualità può essere l’occasione per riavviare il motore di un comparto economico messo in ginocchio dalla crisi”.

“Le wine destination hanno mostrato una notevole capacità di recupero sulla crisi turistica innescata dal Covid- ha sottolineato Donatella Cinelli Colombini -, anche se limitata a pochi mesi estivi, ma comunque nettamente superiore alle Città d’arte. Un recupero che trova origine nel successo delle esperienze enogastronomiche (riguardavano il 17% dei turisti nel 2006 e il 90% dei turisti nel 2019) a cui il loockdown e le restrizioni sanitarie hanno fatto da acceleratore”.

“La ripartenza del turismo – ha spiegato Massimiliano Apollonio, presidente Movimento Turismo del Vino Puglia – sarà trainata dall’enoturismo e in generale dal turismo enogastronomico che non può continuare a procedere in base alle iniziative dei privati, serve una regia istituzionale ed un Piano a lungo termine con precise linee guida. L’emergenza pandemica ci ha procurato un danno economico incalcolabile, ma confido nella forza e nel valore antico di questo elemento della nostra piramide enogastronomica, qual è il vino, per risalire la china grazie alla storia millenaria che ce lo consegna fino ai giorni nostri perché abbiamo vigneti autoctoni risalenti a 3mila anni fa, e alla qualità indiscussa delle cultivar”.

L’enoturismo, in Puglia, grazie all’azione politica di Dario Stefàno e all’attività propulsiva del Movimento Turismo del Vino, che da oltre un ventennio si batte per affermare che anche il vino pugliese al pari di altri vini nazionali ed europei “merita un ruolo da protagonista in tandem con l’olio, l’oro verde di Puglia, riconosciuto dal gotha scientifico internazionale farmaco naturale”, sottolinea Vittoria Cisonno, fondatrice MTV Puglia ed oggi a capo del Movimento nazionale Turismo dell’Olio.

Proprio per il presidente dell’MTO, Donato Taurino, il libro di Cinelli Colombini e Stefàno “sarà una guida molto utile per gli olivicoltori che devono affinare le potenzialità dell’oleoturismo quale collante, insieme al vino, di una proposta turistica che connota un territorio che non ha nulla da invidiare a nessun’altra parte del mondo. La nostra regione è la Puglia dei turismi: l’enogastronomia, il balneare, l’archeologia, l’arte, i borghi, propongono un’offerta turistica completa”.