Secondo fonti del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, l’investimento da un miliardo di euro per la decarbonizzazione dell’ex Ilva potrebbe essere stralciato dal Pnrr. Il progetto sull’impianto di produzione del preridotto di ferro è affidato alla società pubblica Dri e rischia di non poter essere completato entro giugno 2026. Il finanziamento del progetto verrebbe spostato sul fondo di sviluppo e coesione, mentre le risorse del Pnrr sarebbero destinate ad altri progetti.

Le reazioni

Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito Democratico, ha definito come intollerabile la marcia indietro sulla decarbonizzazione dell’ex Ilva. All’agenzia Agenparl ha dichiarato che: “La destra sta smontando pezzo per pezzo ogni sforzo fatto per costruire nuove prospettive per l’acciaieria di Taranto, proprio a partire dai finanziamenti per lanciare l’ex Ilva verso una svolta green. Rinunciare ai fondi Pnrr vuol dire con ogni probabilità gettare per sempre alle ortiche l’opportunità di decarbonizzare la produzione di acciaio a Taranto”. E conclude con una ipotesi precisa: “Fino ad oggi mancava trasparenza sul piano industriale e occupazionale per il siderurgico. Ora scopriamo probabilmente che il motivo per cui questo Governo non è stato capace di presentarlo in 8 mesi è perché, molto semplicemente, non esiste più alcun progetto di rilancio dell’ex Ilva. Ancora una volta, questa destra incapace gioca a dadi con il destino di una intera comunità“.

Cassa integrazione straordinaria

La notizia del possibile stralcio dell’investimento, arriva a poche ore dal decreto legge, approvato dal Consiglio dei Ministri nella giornata di ieri, giovedì 15 giugno, con cui si stabilisce la cassa integrazione straordinaria per i 2.500 dipendenti ex Ilva fino al 31 dicembre 2023. L’impianto di Taranto rientra infatti tra le aziende ritenute di interesse strategico nazionale che non sono riuscite a portare a termine nell’arco temporale i programmi previsti per complessi piani di riorganizzazione, realizzati mediante particolari interventi di ristrutturazione aziendale e ingenti investimenti.

La Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone ha così commentato la decisione della cassa integrazione per l’ex Ilva: “Stante l’impossibilità ad arrivare a un accordo tra azienda e sindacati per la proroga degli strumenti ordinari, il Governo ha voluto mettere in protezione i lavoratori e le loro famiglie con uno strumento ordinario in un momento in cui è importante che lo Stato sia vicino a un territorio interessato da una complessa transizione“.