“Verità e giustizia”. I dipendenti del Comune di Bari non si fermano e voglio chiarimenti sul buco milionario della Cassa Prestanza, il fondo comunale in cui per anni i lavoratori hanno versato parte della busta paga.

Sulla cassa, da noi definita magagna per una serie di incongruenze emerse in questi anni, ci sono ancora troppi dubbi e documenti tenuti nascosti che potrebbero in qualche modo far comprendere ai lavoratori il perché del buco milionario e capire, anche, di chi è la responsabilità.

Oggi, davanti al Comune di Bari, si sono riuniti tutti i dipendenti ed ex lavoratori per continuare a far sentire la propria voce. Armati di fischietti hanno iniziato con il volantinaggio per far conoscere a tutti il caso della Cassa Prestanza. Nel frattempo Lina De Virgilio, funzionario tecnico contabile del Comune, ha inviato agli organi competenti, colleghi, avvocati, magistrati e consiglieri comunali, una lettera aperta sulla deontologia professionale. Di seguito la lettera:

La scrivente Lina De Virgilio, già funzionario tecnico-contabile del Comune di Bari, iscritta all’Ordine dei Dott. Commercialisti ed E.C. di Bari (n. 389/e.s. sez. A), nonché iscritta dal 1.08.1995 al Registro dei Revisori Legali, presso il MEF, al n. 66240 (D.M. del 26.07.1995), nella disamina di alcuni atti (relazioni, istanze, slide dimostrative, atti monocratici, decisioni collegiali, ecc.), ha constatato che, alcuni documenti di varia natura, vengono a volte “non utilizzati” o utilizzati “non in conformità agli originali”, ovvero “parzialmente estrapolati”, senza citare la fonte originale. Altresì non vengono considerate e/o applicate le procedure derivanti da “codici e regolamenti”.

Tutto ciò innanzi esplicitato può indurre ad una interpretazione del contenuto, nonché alla relativa applicazione, rischiando di alterare (o far alterare) i principi (ed i doveri comportamentali) dell’etica e della deontologia professionale, obbligatoria per legge, nel rispetto della Costituzione Italiana (artt. 4, 9 e 41). Si confida nella “buona fede” di chi ha prodotto e/o sottoscritto alcuni dei su citati atti. A campione si richiamano: la delibera del Consiglio Comunale di Bari n. 123 del 23.02.1957; la nota del MEF prot. 59526 del 20.07.2010 (parte integrante di una corrispondenza a conclusione di una ispezione della GdF); nota della Procura regionale della Corte dei Conti Puglia prot. 6379 del 03.05.2016 e relativo riscontro da parte del destinatario; attività inquirente da parte della Procura della Repubblica di Bari.

Al Presidente del Consiglio Comunale di Bari, alla luce della sentenza del TAR n. 1071/21
e dell’uso distorto di alcuni documenti, si chiede di convocare “urgentemente” il Consiglio Comunale, in seduta monotematica “aperta”, come previsto dal vigente Regolamento del C.C., per discutere sulla “Cassa di Prestanza”, ri-costituita “senza soluzione di continuità”, come da delibera del Consiglio Comunale n 123 del 23.02.1957, nella sua interezza. Si evidenzia che l’attività espletata dal su citato Organismo comunale, è sempre stata finanziaria (raccolta fondi e finanziamento esclusivamente nei confronti dei dip. comunali), come si evince dai rendiconti approvati dal Consiglio Comunale, nonché precisata anche nella su citata corrispondenza, a conclusione di una ispezione della GdF, escludendo – pertanto – quella previdenziale (pensioni integrative come è stato scritto da qualche quotidiano locale), mai espletata. Pertanto andava o allineato lo statuto alle norme vigenti/TUEL e al relativo Regolamento, così come è avvenuto, da parte degli Enti Pubblici Fondatori, per la “Cassa” dei dip. della Fiera “Campionaria” del Levante e con il successivo rimpinguamento per il riequilibrio economico-finanziario, oppure la Cassa Prestanza andava chiusa dal Comune di Bari, così come è stata chiusa quella della Prov. di Bari, come da delibera della stessa Prov. (unico Ente Fondatore).

Certa che questa “lettera aperta” possa indurre ad una riflessione “etica, civile, morale
e professionale” ed alla conseguente presa di coscienza deontologica/comportamentale ed
in atti da parte di tutti i destinatari – anche – al fine di scongiurare responsabilità
personali ed eventuali danni “a tutto tondo”.