Durante la terza ondata si è registrato un alto numero di ricoveri negli ospedali italiani. In molti sono andati in affanno tanto da non avere posti letto necessari per il ricovero dei pazienti sia affetti da una forma grave di covid che per altre patologie.

Si è registrato, infatti, che il 30% dei pazienti è rimasto in attesa dalle 12 alle 24 ore per essere ricoverato, e il 40% anche oltre le 24 ore. La restante percentuale ha atteso solo 6 ore.

Nonostante ci sia un netto calo dei ricoveri per il covid, i medici dei reparti di Medicina di Emergenza e Urgenza sono ancora sotto pressione. Oltre a dover affrontare il coronavirus, sono sempre in prima linea anche per altre patologie che necessitano di ricovero.

La pandemia ha fatto emergere come nei Pronto Soccorso c’è mancanza di personale oltre a strutture non adeguate a sostenere l’afflusso di pazienti e la formazione dei medici. Su questo punto ha espresso la sua opinione la dottoressa Paola Noto consigliere nazionale di SIMEU (Società italiana di medicina di Emergenza e Urgenza) e del comitato Emergency day Italia.

“Nel post pandemia – sottolinea la dottoressa Noto – non dobbiamo cadere negli stessi errori, ma bisogna ripensare la gestione della medicina di emergenza collegandola ai servizi sul territorio”.