“Dal 4 gennaio siamo stati pesantemente colpiti dal coronavirus. Venerdì 15, nostro padre è stato ricoverato in terapia intensiva e lascio a Lei poter immaginare la situazione psicologica a cui il mondo intero, i ragazzi e le famiglie sono sottoposti”.

Inizia così la lettera scritta da Elena e Luca, due liceali di Altamura, e inviata al Ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina.

“Le scriviamo in primo luogo in qualità di cittadini italiani, consapevoli del nostro dovere e dell’importanza della nostra opinione – spiegano -. Io (Elena) sono sempre stata ‘secchiona’, amo la scuola dal primo giorno e anche durante la DAD la mia diligenza non è mai mutata. Molti meriti vanno riconosciuti ai nostri Licei, ‘Federico II di Svevia’ e ‘Cagnazzi’ di Altamura, che sin dalla prima settimana si sono subito attrezzati per gestire al meglio l’emergenza”.

“Siamo sicuri che Le sue capacità possano saper gestire ancora questo critico momento – continuano Elena e Luca -. Le rammendiamo le parole del famoso e illustre politico Cicerone: ‘Salus populi suprema lex esto’. Inutile dire che alla base di una buona condotta politica ci deve essere un disinteressamento personale, cosa che al giorno d’oggi è una prerogativa rispettata e seguita da pochi. Cerchi di essere aperta alle opinioni esterne, al dialogo, pensi al popolo, se mostrerà saggezza Le sarà riconoscente”.

“Le nostre politiche sconsiderate, giusto per propaganda, non servono e fanno crollare i governi – si legge nella lettera -. Noi confidiamo tanto in Lei, in primis in qualità di Donna e in secundis di Educatrice. Le scelte non sono mai facili da compere, bisogna avere coraggio nel perseverare anche se sono impopolari, cercando di tenere alla larga cattive compagnie, consiglieri fraudolenti e possibili malefatte. Quando si è sul piedistallo, tutti cercando di mettere in dubbio l’integrità morale”.

“Siamo tutti consapevoli dell’importanza dell’istruzione che va fornita ai cittadini di un futuro stato – affermano i due liceali -. La scuola è luogo dove crescono le radici che diventano chiome mosse dalle fronde del vento, dove germogliano i pescatori di idee e di concetti. Tutti noi vogliamo tornare tra i banchi di scuola, ma non possiamo farlo ora. Ci sono ancora troppi morti e non è cambiato nulla da marzo. Non saranno i banchi di Arcuri a diminuire la distanza e ad aumentare la sicurezza, i trasporti pubblici non sono stati potenziati, le classi sono davvero in grado di poter sopportare il 50% delle presenze in sicurezza con nuovi sistemi di ricircolo dell’aria? E i tamponi rapidi?”.

“Le altre nazioni hanno già stabilito la DAD prolungata – concludono -. Noi giochiamo ancora con i colori delle Regioni, rendendoci anche poco credibili al resto del mondo. In un momento così particolare, non dovete assolutamente mettere a repentaglio la vita di famiglie intere, contrariamente a quello che si dice, i contagi a scuola sono troppo frequenti. Non c’è cultura e scuola che tenga dinanzi allo strazio e alla sofferenza della malattia”.