Una distrazione, un attimo e la tua vita rischia di cambiare definitivamente. Questo sarebbe successo ieri sulla spiaggia del Canalone, a Bari. Un istante che ti resta per sempre nella mente e nel cuore. Un attimo che potrebbe travolgere chiunque di noi. Io, per esempio, vivo col terrore che il più piccolo dei miei due figli – lo chiamiamo Attila – possa schiantarsi da qualche parte è ha solo 28 mesi.

Dylan, il bambino che ieri ha battuto la testa sugli scogli ed è annegato, soccorso in prima battuta da un’infermiera e una aviera dell’Aeronautica militare, al contrario è un bimbo timido, educato, quarto di cinque fratelli di una famiglia di sani principi che vive al quartiere Libertà. Faccia pulita, un sorriso sereno e due profondi occhi scuri.

La sua mamma, premurosa e affidabile, concentrata sul piccolo in coma farmacologico nel reparto di Rianimazione del Policlinico di Bari, è stata oggetto di vili accuse sui social. La cosa che ti stringe il cuore è riconoscere nelle autrici di quei commenti altre mamme, che forse hanno dimenticato di esserlo o di cosa possa essere capace un bambino. All’improvviso. I miei figli sono caduti un numero imprecisato di volte, eppure io e mia moglie siamo genitori premurosi, anche troppo a dire il vero. Senza contare i commenti che hanno per oggetto il luogo, come se tutti quelli che frequentano il Canalone siano “brutte persone”.

In questo momento c’è bisogno di tutta la vicinanza nei confronti di questa famiglia di sette persone, sorridenti e serene in una foto vista su quegli stessi social che adesso massacrano mamma e papà. Quest’ultimo, poi, un grande lavoratore. Chi conosce la famiglia del piccolo Dylan è costernato nel leggere la tanta cattiveria che sta circolando, con i soliti giudizi inflitti senza sapere nulla della fatica di una mamma in grado di crescere cinque figli e di portarli da sola a passeggio per le vie del quartiere. Lo può fare perché ha impiegato una vita intera ad educarli, renderli ubbidienti e capaci di rispettarsi e rispettare gli altri.

Pur non navigando nell’oro, la famiglia coinvolta in questa improvvisa tragedia, dalla quale ci auguriamo possa uscire quanto prima, è sempre pronta ad aiutare chiunque sia in difficoltà. La mamma di Dylan, quella donna apostrofata in ogni modo, aderisce al gruppo “Mamme di cuore e sono del Libertà”, nato manco a dirlo sui social, non si tira mai indietro ad assecondare per quanto possibile le richieste che piovono in gran quantità. Ci uniamo al grido di speranza che l’altra parte del web è stata capace di levare, e insieme a chi riesce ad avere ancora un brandello di umanità diciamo: “Forza Dylan”.