Il caso del parco Giovanni Paolo II arriva in Consiglio comunale. Nella riunione dello scorso 15 gennaio, infatti, Michele Caradonna ha riacceso i riflettori sulle condizioni di degrado e abbandono in cui versa la grande area verde del quartiere San Paolo, chiedendo se esiste realmente l’intenzione d’investire sul parco con l’attivazione di servizi, illuminazione e attività per ridare vita e opportunità a questa parte della città.

Gran parte del parco, infatti, è al buio a causa dell’illuminazione scarsa o del tutto assente. A questo si aggiungono alcuni dei cancelli che sono sempre aperti, uno, il più importante, perennemente chiuso, la recinzione in diversi punti danneggiata o divelta e un parco giochi con poche attrezzature e anche questo quasi completamente al buio. Insomma un enorme spazio pubblico dalle grandi potenzialità che, se giustamente valorizzato, potrebbe ospitare eventi, iniziative e attività ma è invece completamente abbandonato a se stesso.

“Sono stati già avviati dei lavori di manutenzione straordinaria del parco con riattivazione dei punti luce già presenti – ha spiegato nella sua risposta l’assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Galasso – alcune zone sono però ancora al buio ma verranno presto riattivate. Nel nuovo piano triennale delle opere pubbliche si procederà con l’implementazione dei corpi luce e l’installazione della video sorveglianza”.

In arrivo anche una soluzione per i cancelli: “Per tutti gli accessi verranno inseriti dispositivi metallici sagomati che inibiscono il passaggio ai ciclomotori e invece permettono l’accesso alle persone con disabilità. Riferisce poi che l’amministrazione comunale sta pensando di poterne appaltare la concessione che includa anche lavori di ripristino e manutenzione delle strutture”.

Risposte, però, che non hanno convinto del tutto Caradonna: “Ancora una volta parliamo di interventi da realizzare. La giunta è al lavoro da quasi quattro anni – evidenzia il consigliere Caradonna – ma gli interventi sulle periferie sono quasi nulli. Ci troviamo difronte alle solite frasi coniugate al futuro e come sempre a nessun riferimento a date certe e concrete entro le quali effettuare i lavori promessi”.