A due anni dalla sua elezione a primo cittadino, Antonio Decaro, affida alla sua pagina Facebook un commento lirico su questo periodo. Uno “Spleen di Bari” su cosa siano significati per lui questi due anni di mandato, non tsanto dal punto di vista amministrativo, quanto da quello emotivo.

Un sindaco non è il primo cittadino ma l’ultimo.

Sono passati già due anni, quando penso al giorno della mia elezione mi sembra che siano passati solo pochi giorni perché, come si dice, il tempo trascorso con le persone e le cose che si amano passa sempre troppo in fretta.

L’emozione che ho provato indossando la fascia da sindaco nella prima occasione ufficiale si è trasformata in orgoglio. L’orgoglio che provo oggi quando indosso il tricolore o quando presentiamo un nuovo progetto.

Il sindaco è colui che ama la sua città sopra qualsiasi altra cosa, che ne riconosce bellezze e debolezze a luci spente, nel silenzio della notte, che riconosce la magia e l’unicità dei luoghi che tutti gli altri non vedono.

Il sindaco è quella persone che vede il cuore di ogni luogo, ne ama la gente e l’essenza perché ne riconosce la memoria di chi lo ha vissuto nel tempo e lo ha trasformato rendendolo quel che è oggi.

Per questo mi piace, non appena ho qualche ora libera, passeggiare a piedi o fare un giro in auto e incrociare le emozioni delle coppiette che si baciano sulle panchine del lungomare, la goliardia dei ragazzini che al tramonto giocano ancora a pallone in piazza, facendo arrabbiare i residenti, il rumore delle onde del mare, anche su quei tratti di costa rovinati dal tempo e dall’incuria dell’uomo, emozionarmi davanti al rosso sfolgorante del Teatro Petruzzelli che porta ancora addosso le ustioni del grande incendio e fermarmi ad ammirare la grandezza di quel pennone che svetta sul ponte dell’asse nord sud.

Ognuno di questi luoghi insieme a tutti i vicoli della città vecchia, alla confusione dei mercati di quartiere, all’immensità evocativa della Caserma Rossani, del teatro Margherita, della Manifattura dei tabacchi e ancora agli angoli eleganti della zona umbertina del quartiere Madonnella e alla brezza che si respira le notti d’estate sui lungomari di Palese, Santo spirito, di San Girolamo o di Torre a Mare, senza pensare all’allegria e all’operosità delle strade commerciali con i luccichii delle vetrine.

Bari è una città che si ama senza compromessi, è una città che ti commuove ogni volta che guardi gli occhi dei ragazzi che ci chiedono di aiutarli a costruirsi un futuro qui a Bari. Bari è una città di cui io sono orgoglioso di essere il sindaco e che è pronta per ricoprire il ruolo che le spetta nel Paese intero.

Se penso a questi due anni vedo anche tutte le cose che non siamo riusciti ancora a fare e a come non siamo riusciti a “trasformare” i comportamenti incivili dei cittadini che abbandonano i rifiuti per strada o che imbrattano i muri dei nostri monumenti… ma io sono ottimista e, soprattutto, so di essere parte di una comunità che ha voglia di crescere e di migliorare e so che prima o poi vinceremo noi che amiamo Bari e che vogliamo rispettarla.