Al tempo delle allerte massime, dei sospetti e dei super controlli, vi raccontiamo la storia di Edmond Hoxhaj, un giornalista albanese con interessi in altre attività e corsista nella prestigiosa scuola internazionale della Macroregione adriatico-ionica di Ancona.

Edmond, lo scorso 19 settembre, ha raggiunto l’Italia attraverso il porto di Ancona, città dove ha sede la scuola. Nel trolley un malloppo di carte: tesserini di riconoscimento, biglietti dei traghetti, permessi, attestati e lasciapassare. Tutto nella norma, non fosse che gli stessi documenti, validi al porto di Ancona, non sono stati accettati il 3 dicembre per superare i contolli nel porto di Bari. Nel frattempo, con quegli stessi documenti, Edmond era andato in Montenegro per seguire altre lezioni.

Il giornalista è stato trattenuto per due ore nella stazione marittima di Bari, fino a quando non sono state chieste spiegazioni alla scuola di Ancona. L’avventura si è risolta con un lieto fine solo quando dalle Marche sono arrivati i documenti necessari per l’ingresso in Italia via Bari. Il colmo è che la documentazione prodotta via fax era identica a quella custodita da Edmond nel trolley.

Bene i controlli, bene la sicurezza, ma forse sarebbe il caso quantomeno di uniformare in tutta Italia le procedure per l’ingresso di chi ha tutte le carte in regola per muoversi liberamente.