telecardiologia

Sospendete il sistema Helis, andato in tilt appena partito com’era facilmente prevedibile. I problemi arcinoti da mesi della nuova telecardiologia pubblica rendono ancora più sconcertante il via libera dato ieri al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, dai direttori generali delle Asl e dai responsabili del servizio di emergenza urgenza.

Agli operatori è stato detto di continuare a rivolgersi alla Cardio on line, l’azienda privata che finora ha gestito la telecardiologia a 1 milione e 800mila euro l’anno. Le lamentele di medici e infermieri ormai non si contano più. Non solo il tablet ingombrante e pesante. Il problema principale della nuova telecardiologia è la totale dipendenza da internet. Il servizio – partito nel peggiore dei modi a mezzanotte – non assicura la tempestività necessaria indispensabile per il trattamento di un infarto o qualsiasi altro problema cardiaco. Gli stessi tecnici che hanno fatto formazione ad alcuni degli operatori del 118, hanno confermato che la Puglia non ha una copertura internet adeguata. Il Sub appennino dauno, la Valle d’Itria, alcune zone del Salento.

Perché mettere a repentaglio la vita dei pugliesi? A differenza del vecchio sistema, la contestatissima telecardiologia “pubblica” non ha alternative a internet. In molti punti di primo intervento manca la rete e quindi non possono impiegare il tablet per l’invio dei dati da refertare. Un disastro assolutamente evitabile. In alcuni Ppit, poi, il tablet è stato portato solo ieri sera, ad altri operatori non sono stati ancora dati password e username. I medici sono stati lasciati in balia della superficialità e approssimazione con cui è stato deciso di partire con un “prototipo”. Mentre scriviamo c’è qualche operatore che prova a chiamare invano il numero di telefono fornitogli dal coordinamento del 118 barese per riuscire ad utilizzare il tablet del sistema Helis. Purtroppo nessuno risponde.