Musica a tutto volume, la sala al buio, flash scintillanti, il conto alla rovescia sul maxischermo e poi, avvolto da una coltre di fumo, arriva lui, il nuovo treno delle Ferrovie Appulo Lucane, presentato in pompa magna davanti ad assessori, istituzioni e personalità, dal presidente e direttore generale Matteo Colamussi con lo slogan “Più Potenza in Basilicata”. Una tappa di un investimento da 30 milioni di euro, in un piano complessivo di 80 milioni attuato con la collaborazione della Regione.

Alla presentazione siamo andati anche noi per avere le risposte alle nostre domande promesse da Matteo Comalussi proprio entro la giornata di oggi. Tra le varie cose, al presidente e direttore generale avevamo chiesto spiegazioni circa il dipendente Michele Corvino, il più assenteista in azienda grazie a congedi parentali, malattie, ferie e allattamenti. Michele Corvino è figlio del direttore del personale delle FAL, Aldo Corvino. Avevamo chiesto a Matteo Colamussi della dipendente di Potenza beccata dalla Polizia a timbrare il cartellino al posto di alcuni colleghi e poi trasferita all’ufficio del personale.

Al presidente e direttore generale avremmo voluto consegnare una copia delle lettere minatorie inviate dal sindacalista della FAISA-CISAL Pasquale Malatesta proprio al capo del personale Aldo Corvino, alla vigilia di una riqualificazione interna che ha portato l’avanzamento di carriera e circa 200 euro in più nella busta paga della figlia Annamaria Malatesta. Lettere meritevoli di attenzione e approfondimento secondo noi, ma che Colamussi non ha voluto prendere.

Nel fuggi fuggi davanti alla nostra telecamera, al presidente e direttore generale abbiamo preannunciato la pubblicazione di un dossier anonimo riservatissimo, di diverse pagine, in cui alcuni dipendenti bene informati parlano addirittura di cupola all’interno delle FAL. Colamussi ha voluto ribadire che tutte queste verifiche sono in corso, e ne siamo contenti, perché se è vero che durante il discorso di presentazione del nuovo treno, proprio lui ha detto: «Ognuno col tempo ha imparato a fare la propria parte, abbiamo valorizzato il nostro personale, non abbiamo cacciato nessuno», probabilmente ha parlato troppo presto.

Mentre la Regione Basilicata tace, è iniziata una battaglia dei sindacati attorno all’operazione verità del Quotidiano Italiano. La Filt Cgil aspetta solo nomi e cognomi di tutti i dipendenti i cui genitori e parenti lavorano nelle FAL per prendere provvedimenti, nomi che pubblicheremo a breve. La FAISA-CISAL, proprio lei, ha diffuso un comunicato intitolato “Giù le mani dalle FAL”. Ormai siamo al paradosso.

giu le mani dalle fal