Dopo la verità di Cube Comunicazione e del suo amministratore unico Daniele Quarto, proviamo a fare il punto sulla situazione con le cose che sappiamo circa i bandi emanati dal Comune “Natale a Bari”, “Capodanno a Bari” e la loro corretta stesura e assegnazione.

Quando è venuto in redazione, Quarto ci ha portato un accordo stipulato tra la sua società, EcoConsult e Rete Clima, per la “neutralizzazione delle emissioni di GHG (gas a effetto serra) di processi o prodotti o eventi o mobilità”. Nel documento si legge: «la società Cube intende esprimere la propria volontà di neutralizzare le emissioni di CO2eq collegate all’evento “Natale a Bari 2014” in collaborazione con il Comune di Bari e l’assessorato alle Culture, con EcoConsult e Rete Clima con attestazione di neutralizzazione delle emissioni di gas serra nell’ambito del percorso “emissioni CO2 zero di Rete Clima».

L’accordo, datato 13 gennaio e firmato il giorno successivo, prevede la piantumazione degli alberi per compensare la CO2 nel carbon sink di Rete Clima situato a Giussano, provincia Monza-Brianza. Riportiamo come promemoria cosa recitava il bando: “Il soggetto aggiudicatario, inoltre, dovrà – a pena di esclusione – individuare a sua cura e spese, un accreditato ente certificatore della quantità di CO2 consumata durante le esibizioni e lo svolgimento dell’intero cartellone unico di eventi, impegnandosi a proprie spese a piantumare un’adeguata quantità di alberi – entro e non oltre il giorno 6 gennaio 2015 – presso l’area urbana che verrà indicata a seguito dell’aggiudicazione dall’Amministrazione“.

Dunque, due cose saltano agli occhi: la piantumazione oltre la data limite, il 6 gennaio, e l’ubicazione fuori dal territorio urbano, come previsto dal bando, pena l’esclusione. È lo stesso Daniele Quarto ad ammetterlo: «Quando ci siamo resi conto che non potevamo rispettare i tempi del bando perché a Bari non c’è un carbon sink dove poter piantumare gli alberi, e l’ufficio giardini ci ha fatto sapere che sarebbero stati necessari due anni, ci siamo attivati per provvedere diversamente, seppur in ritardo».

Rete Clima, da noi consultata telefonicamente per scrupolo, che ci ha detto: «Per essere precisi si tratta di un’attestazione, la certificazione la fa un organismo iscritto presso Accredia». Circa la piantumazione da effettuare entro il 6 gennaio Rete Clima è stata categorica: «Impossibile, la stagione forestale non prevede delle gestioni di questo tipo. Si trattava della contabilità delle emissioni fino a quel giorno, ma non esiste che venga fatto un intervento in inverno, nel senso che non è logico dal punto di vista forestale. Noi andiamo a fare un’attività sia nella stagione autunnale che primaverile». Dunque, pur avendo a disposizione un’area in cui eseguire la piantumazione, verosimilmente Rete Clima non l’avrebbe mai eseguita entro il 6 gennaio. Se lo hanno detto telefonicamente a noi, appare improbabile che Cube Comunicazione ne fosse all’oscuro.

Tirando le somme: l’Ufficio Giardini del Comune, ci dice Daniele Quarto, ha richiesto due anni di tempo per allestire adeguatamente l’area per la piantumazione; Rete Clima ha prodotto un’attestazione e non una certificazione, fermo restando la bontà del suo lavoro; gli alberi per la compensazione della CO2 sono stati piantumati a Giussano e non in un’area urbana; l’operazione è avvenuta dopo il 6 gennaio. Da tutto questo, secondo noi, risulta che i bandi “Natale a Bari” e “Capodanno a Bari” non sono stati redatti a dovere. L’assessore Maselli e la ripartizione culture del Comune di Bari dovrebbero almeno chiedere scusa a tutti i soggetti che non hanno partecipato e dovrebbero almeno chiedere scusa ai soggetti che non hanno vinto il bando. Sempre se, questi ultimi, non decidono di fare ricorso.