di Michelangelo Cavone

Ieri in consiglio comunale abbiamo affrontato il tema immigrazione partendo dal riconoscimento della cittadinanza onoraria agli immigrati di seconda generazione (quelli nati in italia); un gesto simbolico a cui devono seguire scelte legislative per riconoscere un diritto naturale. Da qui siamo partiti per fare una valutazione sul tema dell’accoglienza.

Io ho ribadito che l’esperienza del Cara si è dimostrata fallimentare, con pochi vantaggi (quasi esclusivamente di chi li ges…tisce) e tante ombre. Non si possono ospitare 1800 persone, peraltro di diverse etnie, in una struttura che ne può contenere 1200. Questo fino ad oggi ha comportato solo disordini e incidenti all’interno della struttura ma anche per le strade della città.

Lo stato ha il dovere dell’accoglienza come previsto dall’art. 10 della costituzione e dalla convenzione di Ginevra del 51, ma questo impegno non può gravare esclusivamente sull’amministrazione comunale. Tutte le istituzioni devono essere richiamate a un’efficiente programmazione delle nuove politiche dell’accoglienza, che devono essere basate sul rispetto della dignità dello straniero e sulla velocizzazione delle procedure della presa in carico del migrante, se riconosciuta ( non possono passare mesi per l’accoglimento o il rigetto della richiesta di asilo o protezione internazionale).

Nel silenzio e nell’inefficienza dimostrata dalle istituzioni (in particolare dalla comunità Europea) ho manifestato apprezzamento per il lavoro straordinario del terzo settore e in particolare delle cooperative sociali che gestiscono con passione e competenza l’accoglienza nella rete SRAR (unico strumento che garantisce l’accoglienza dignitosa degli stranieri). Da questa esperienza bisogna ripartire.

MICHELANGELO CAVONE
Consigliere Comune di Bari
Consigliere Città Metropolitana