Antonio è un barese doc, ha 77 anni, una vita vissuta tra il lavoro, i soldi, i viaggi, la bella vita, il lusso. Ha fatto di tutto: dal sarto al carrozziere; dal ristoratore al rappresentante commerciale fino a buttarsi nell’imprenditoria, aprendo – qualche anno fa – un negozio di borse e accessori in Albania, a Durazzo. C’è stato per un paio di anni poi ha chiuso tutto ed è rientrato in Italia. «La moneta non girava» mi racconta Antonio.

Il Paese delle Aquile gli è rimasto nel cuore e quando ha smesso di lavorare, andando in pensione, ha fatto una precisa scelta di vita. Ci ha pensato su, ha fatto un po’ di calcoli e alla fine ha deciso. Il resto della vita lo trascorrerà in Albania senza se e senza ma. È arrivato a Durazzo nel giugno scorso, solo due mesi fa, ma è come se ci stesse da sempre.

«Perché in Albania?» gli chiedo. «Perché la vita qui costa poco. Io ho fatto la bella vita e, lo ammetto, ho sperperato tutto ciò che avevo. La mia pensione è di poche centinaia di euro e in Italia non arrivavo a fine mese. In Albania per un appartamento di una sessantina di metri quadrati pago 150 euro».

Antonio è contento e si è ambientato bene, anche perché nel periodo trascorso in Albania per lavoro si era creato il suo giro di amicizie. Ha 77 anni ma non li dimostra, fa jogging ogni giorno, va al mare e in piscina. Gli piacciono i centri commerciali e quando può fa un giro al City Park, il più grande e lussuoso di Tirana, che dista poco meno di trenta chilometri da Durazzo. «Come me ci sono tanti pensionati che si sono trasferiti qui dall’Italia. Anche fare la spesa costa poche decine di euro. Per tre chili di pomodori spendo, ad esempio, 100 lek pari a 70 centesimi».

Molti professionisti italiani si stanno trasferendo in Albania: «Ho conosciuto un commercialista che qualche anno fa è arrivato qui perché tra spese e tasse non ce la faceva ad andare avanti. Troppi soldi. A Durazzo ha uno studio per cui paga 200 euro e poi svolge le pratiche tramite il web. Periodicamente torna in Italia per controllare il tutto».

Nonostante la bella vita condotta un tempo, in Italia non vuole tornarci più: «Lo Stato – conclude – mangia troppi soldi dei cittadini e ormai nessuno ce la fa ad arrivare a fine mese».