“Dopo oltre 10 anni i lavoratori del call center sanitario della Regione Puglia sono stanchi”. A parlare è Anna Lepore, segretario della Cgil Bari, ma la rabbia e la voglia di rivalsa per una situazione ormai endemica sono condivise da altre 20 persone. Tanti sono, infatti, gli addetti al call center sanitario regionale che, ormai dal 2004, lavorano appesi al filo delle continue proroghe dei contratti a tempo. Gli stessi che nella giornata di oggi effettueranno un presidio pacifico davanti alla sede dell’assessorato alla Sanità della Regione Puglia, in via Caduti di Tutte le Guerre. Sballottati fra varie agenzie di somministrazione e legati alla Regione solo da contratti di qualche mese alla volta, non riescono più a nascondere e a tener dentro la rabbia per una situazione ormai insostenibile.

Una rabbia di cui il segretario Lepore e il suo sindacato hanno scelto di farsi portavoce. “Questi lavoratori – ha proseguito la Cgil Bari nel comunicato – hanno continuato a fare il loro dovere e a consolidare un servizio ormai indispensabile per i cittadini pugliesi e non solo, senza che la loro condizione lavorativa trovasse una stabilità”. Gli addetti, stanchi di una precarizzazione che va avanti ormai da molti anni, chiedono dunque alla Regione di poter proseguire nel loro lavoro in una condizione di maggior stabilità, liberandosi dalla paura che ogni giorno possa essere l’ultimo in cui si siedono al loro posto.

Una paura peraltro ormai conosciuta nell’ambito della sanità pugliese, come dimostrano le inchieste su quel “sottobosco” di associazioni di volontariato che gravita attorno al 118.