“Se non è amore, non lo so cos’è…”.
Fammi pensare. Muro imbiancato da non più di 15 giorni, bruttissimo quanto inutile graffito dai toni banali e dallo scarso interesse comunicativo. A occhio e croce è inciviltà, ma delle peggiori. Se una scala gerarchica esiste, questa ricade nell’ultimo gradino: l’inciviltà senza ragione, banale e fine a se stessa.

La scritta è comparsa su un muro di via Luigi Milella, dalle parti del Policlinico e, a parte un’indecisione dell’autore, tutto quello che mostra è scempio. Di tutte le manifestazioni d’affetto e le frasi poetiche e romantiche con cui avrebbe potuto vergare quella immacolata tela di dieci metri per tre, l’anonimo ha deciso di comunicare alla sua amata solo un dubbio. Spero almeno gli sia giovato a qualcosa.

Meravigliosi sono i graffiti che abbelliscono la facciata del vecchio liceo Socrate, in via Guido Dorso, straordinari i tre san Nicola giganti all’ingresso del sottovia Quintino Sella. Affascinante la falange nera sul frontone dell’ex Rossani in via Giulio Petroni. Bari è costellata di splendidi esempi di altissima arte incivile, ma se quando prendi una bomboletta in mano, davanti l’invitante maestosità di una parete bianca appena tinteggiata, tutto quello che riesci a produrre è: “Se non è amore, non lo so cos’è…”, be’, forse è meglio che te lo scrivi sulle pareti di casa tua.
No, lì no, sennò mamma ti dà le botte.