Il problema è rappresentato dalla necessità di assistere i pazienti 24 ore su 24? “Noi garantiamo già 12 ore di assistenza, dalle 8 alle 20”, mette in luce un medico di famiglia, sottolineando come, in merito alla possibile aggregazione tra la sua categoria e quelle di pediatri, specialisti ambulatoriali e guardia medica, contenuta nel decreto, “queste forme di organizzazione già ci sono. È chiaro che nelle intenzioni loro c’è di fare delle aggregazione più complesse”. In tal caso sarebbe necessario mettere a disposizione strumenti e strutture adeguate perché “se tu aggreghi e non metti nulla a disposi zione dei medici di famiglia, come si fa ad andare avanti?”.E pensare che la Puglia, per quanto riguarda i piani di collaborazione del personale medico, è una fra le regioni più all’avanguardia.

‹‹La Regione tutto sommato ci ha garantito queste forme di aggregazione – sottolinea uno dei medici intervistati – ma è al nord che ci sono problemi, seri, tra di loro nel senso che manca il personale e stanno cercando di organizzarsi in questo senso››.

“Cosa cambia, dunque?” si chiede ironicamente Massimiliano Lucarelli, Consigliere nazionale dello Smi che, da un lato bolla la questione dell’assistenza 24h come un provvedimento “a scopo mediatico”, dall’altro evidenzia che “si vuole soltanto mettere le persone della guardia medica in queste ‘case della salute’ , quindi alla fine cosa cambia?”.

‹‹Attualmente il medico curante lavora dalle 8 alle 20, poi dalle 20 fino alle 8 del mattino lavora la Guardia Medica perché l’assistenza 24h attualmente viene già data – dichiara Lucarelli – Non sarà mai il medico curante a farsi turni di 24h, sarebbe disumano, dovrà per forza delegare al collega di guardia medica, quindi come avviene oggi. I centri che raggiungono i 1500 abitanti hanno il medico di famiglia. Una volta che si procede all’aggregazione nelle “case della salute questi centri abitanti non avranno più il medico di famiglia e, quanti avranno bisogno anche e soprattutto fra le persone anziane, dovranno spostarsi in altri paesi più grandi, anche per fare le ricette››.

Soffriranno, quindi, i piccoli centri. Ancora: queste ‘case della salute’ dovranno essere costruite dalle Asl ma con che soldi? In merito Lucarelli commenta con un laconico “non ne ho la più pallida idea”. Riutilizzo di alcune strutture già esistenti? ‹‹E dove sono? Se penso al nostro territorio, non ce ne sono, anche perché dovrebbero essere messe a norma per gestire pazienti portatori di handicap o con altri tipologie di problemi››.

 Problemi su problemi: ‹‹Stando così le cose, la guardia medica scomparirebbe mentre attualmente costa pochissimo allo Stato e fornisce un servizio fondamentale, come per esempio togliere gli accessi al pronto soccorso. Il medico curante inoltre non sarà mai in rado di sostituire l’ospedale perché non sarà mai in grado di avere la tecnologia dell’ospedale, quindi nel momento in cui ci sarà bisogno di fare un esame, il medico dovrà comunque appoggiarsi ad una struttura ospedaliera››.

Il rischio è che, grazie ad un provvedimento fatto per limitare i costi della Sanità, si paghi di più, anche per la costruzione di nuove strutture.

I tecnici ad oltranza potrebbero obiettare: “Allora la spesa sanitaria non dev’essere soggetta ad alcun controllo?” Tutt’altro ma, come ricorda Lucarelli, ‹‹questa non è la via giusta perché si rischia di perdere anche quel rapporto di fiducia che si aveva col proprio medico facendo cadere così uno dei fondamenti grazie al quale il sistema sanitario italiano è diventato uno dei migliori del mondo››.

Infine Lucarelli, ricordando che qualsiasi misura non entrerà in vigore prima del 2014, lancia un altro allarme riguardante soprattutto le nuove leve di camici bianchi:

 ‹‹Non viene specificato, poi, chi in realtà dovrà fare il lavoro notturno e questa è una preoccupazione di noi giovani medici, perché come oggi il medico di famiglia, quando se ne va in ferie, mette il sostituto e lo sottopaga, allo stesso modo potrebbe mettere un giovane medico a farsi le notti, sottopagato. Questa è una piccola fobia che gira tra i colleghi ma visto come vanno le cose in Italia…››.

6 settembre 2012

Angelo Fischetti