Ad affermarlo il legale del giocatore oggi all’Atalanta, Salvatore Pino, che avrebbe fatto sapere ai pm come il suo assistito intenda raccontare tutta la verità sulla partita Palermo-Bari 2-1 dello scorso campionato, al centro di un presunto tentativo di combine.

Stando alle dichiarazioni di Gervasoni, infatti, il match (per aggiustare il quale sarebbero stati contattati dalla banda degli Zingari anche gli altri ex biancorossi Padelli, Bentivoglio, Parisi e Rossi, tutti finiti nel registro degli indagati) sarebbe dovuto terminare “over” con la sconfitta del Bari con almeno due gol di scarto.

Ma un rigore volutamente provocato dai difensori baresi e sbagliato dal capitano rosanero Miccoli, che sarebbe stato all’oscuro di tutto, avrebbe fatto saltare il piano. Per questo i giocatori sarebbero stati costretti a restituire ai malviventi gli 80mila pattuiti per aggiustare il risultato dell’incontro.

Mercoledì Masiello verrà interrogato anche nel capoluogo pugliese dal procuratore Antonio Laudati e dal pubblico ministero Ciro Angelillis, titolari di un’indagine parallela a quella di Cremona con la quale collimerebbero diverse prove, per poi andare dal procuratore federale Stefano Palazzi.

Qualora dovesse patteggiare con la giustizia sportiva, il difensore potrebbe avere uno sconto di pena (l’altro “pentito” Vittorio Micolucci se l’è cavata con un anno e mezzo di squalifica), ma le sue parole potrebbero costare al Bari, che in caso di responsabilità oggettiva rischierebbe una penalizzazione che andrebbe da qualche punto in classifica sino alla retrocessione in categoria inferiore.

Nicola de Mola