Foto Mary Marano

«Tutti in piedi sul divano, Rossi c’è! Rossi c’è!». Guido Meda non ce ne vorrà, ma siamo costretti a rivedere il suo cavallo di battaglia: tutti a piedi sul lungomare, la sicurezza non c’è, la sicurezza non c’è. Sabato 27 giugno nel tratto del Lungomare Starita compreso tra via Skanderbeg Castriota e via Marconi è tornato il provvedimento di chiusura al traffico. Per il momento il divieto di transito per gli autoveicoli sarà in vigore tutti i fine settimana fino a sabato 18 luglio dalle ore 18 alle 24. Da domenica 19 luglio invece la strada sarà chiusa al traffico tutti i giorni, sempre nella stessa fascia oraria, fino al 30 agosto.

Molto bene, verrebbe da dire. Un’oasi pedonale a due passi dal mare e un’opportunità per grandi e piccini di passeggiare senza l’ossessione di dover badare ai colpi di testa di qualche automobilista sfrenato. In teoria. In pratica nelle ultime ore abbiamo raccolto decine di segnalazioni circa un’area pedonale, in realtà non così pedonale. Antonio Nuzzo, un residente del quartiere, denuncia un fatto grave avvenuto proprio sul tratto di strada chiuso al traffico nel tardo pomeriggio di domenica.

Episodio raccapricciante ieri sera sul tratto di lungomare chiuso mentre i nostri figli correvano in tutta libertà con la sola pretesa di divertirsi e passare una domenica in allegria – scrive Nuzzo – una ventina di motorini e scooter, come schegge impazzite, hanno abbattuto le transenne catapultandosi a folle velocità verso i bambini, effettuando una gimcana veramente poco piacevole, sotto gli occhi di noi genitori in quel momento disarmati. Nulla questio sull’iniziativa di chiudere il lungomare, perché il passeggio, lo stare insieme dei residenti e non, e la felicità dei bambini che giocano in allegria, non sono altro che un quadro ben preciso di una città a misura di bambino così come nei nostri desideri; per cui non arrendiamoci ad episodi di questo genere, sensibilizziamo da buoni cittadini attivi le istituzioni ad essere più vigili in certe situazioni, attivando un piano di sicurezza concreto senza alcun timore perché Bari è dei cittadini onesti e attivi e non di quattro balordi”.

Tra i tanti apprezzamenti al post, anche i commenti di una mamma che racconta la sua esperienza e quella del suo bambino, evidentemente fra i piccoli miracolosamente scampati allo sciame fuorilegge. “Mio figlio di 8 anni questa notte l’ha passata insonne, si è visto travolto dagli scooter – scrive – Massimiliano Spizzico (tagga il presidente del Terzo Municipio) leggo il tuo post di sabato (il post iniziava con un “Vi aspettiamo anche questo weekend sulla penisola di San Cataldo per guardare in sicurezza la città dal mare”…) e rabbrividisco ripensando alle scene di ieri sera ( io c’ero! Ero una tra i tanti birilli che cercavano di togliere i bambini dalla strada). Di certo la colpa di questo terribile episodio non è imputabile a nessuno, “la mamma dei cretini è sempre incinta”. Ma mi chiedo quel lungomare ieri era sicuro? Chi non c’era non può sapere e non può neppure immaginare cosa sono stati quei 5 minuti di terrore! Con la strada aperta non sarebbe potuto OBIETTIVAMENTE accadere: 1) ai bambini non sarebbero stato permesso giocare per strada 2) i motori non se ne sarebbero impossessati per ben due volte”.

Con questo non sto bocciando l’iniziativa della chiusura – continua la giovane mamma – nessuno più di NOI RESIDENTI conosce il valore del non essere più prigionieri dell’incontrollata movida estiva, di un traffico senza regole e del piacere di una passeggiata. Ma sicuramente MOLTO di questa sperimentazione va rivisto. Come si fa a lasciare un tratto così “caldo” di lungomare, al secondo week end di chiusura in balia di un solo vigile”.

L’iniziativa di chiusura al traffico del lungomare non viene bocciata nemmeno dall’Associazione residenti San Cataldo, ma in una nota stampa l’organizzazione chiede al sindaco Decaro  una “conferenza di quartiere” aperta a cittadini, esercenti, imprenditori che abbia come ordine del giorno la promozione socio-culturale della zona, che possa pianificare attività di prevenzione di forme di commercio illegale e nel corso della quale si possa strutturare un adeguato progetto di viabilità e mobilità urbana del quartiere. Per evitare magari che in una domenica qualunque il lungomare si possa trasformare di nuovo in un intollerabile circuito MotoGP, con mamme e bambini trasformati in birilli umani di stupidità e incoscienza a due ruote.