Può un giornalista, candidato sindaco, comparire per lavoro in televisione in periodo di par condicio? La risposta ci viene fornita dalla Legge numero 28/2000 (“Disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica”).

L’art. 5, comma 4, stabilisce che nel periodo che intercorre tra la convocazione dei comizi elettorali e la chiusura delle operazioni di voto, è vietata tassativamente la presenza “di candidati, di esponenti di partiti e movimenti politici, membri del Governo, delle Giunte e Consigli regionali e degli enti locali” anche nei programmi informativi non riconducibili alla responsabilità di una testata giornalistica, oltre che nei programmi di intrattenimento.

Perché allora, Telenorba continua a mandare in onda servizi a firma di Antonio Procacci, attuale candidato sindaco al Comune di Trani (nella lista civica TRANI#ACAPO) e dipendente dell’emittente di Conversano? Prendiamo ad esempio le ultime immagini mandate in onda, prima alle 17.30 di domenica, poi intorno a mezzanotte del lunedì. Quelle di domenica erano due interviste a due diversi chef, il terzo servizio è stato trasmesso il giorno seguente durante la trasmissione “Il Graffio”, condotta dal direttore del TgNorba24 Vincenzo Magistà. Nulla a che vedere con la vera e propria propaganda politica. Fatto sta che, a quanto pare, non si può e Antonio Procacci lo sa. Infatti, interpellato direttamente al telefono, il giornalista ci ha comunicato di non aver girato più alcun servizio a suo nome “da quando le liste elettorali sono state ufficializzate”. Noi ne siamo certi, tant’è che potrebbe trattarsi di un servizio registrato il mese scorso o, dato che ci hanno segnalato altre sue apparizioni in tv, di pezzi di repertorio.

Telenorba, sempre secondo Procacci, non ha mai mandato in onda un solo video sul candidato sindaco di Trani, forse proprio per evitare di essere additata come “di parte”. Questo non significa però che l’emittente pugliese possa usare l’immagine del giornalista, magari a sua insaputa, per farlo comparire in tv sotto altra veste. Anche perché è proprio la natura della norma a dirlo. Questo veto della legge 28/2000 sarebbe stato imposto per evitare che qualsivoglia candidato possa usufruire di spazi extraelettorali per avvicinare i cittadini, lavorandoli ai fianchi. Tanto più se si tratta di un giornalista televisivo. Perciò invitiamo Telenorba a prestare più attenzione, onde evitare che l’iniziativa di un’emittente possa ledere l’immagine di un candidato. D’altra parte, invitiamo anche il Corecom a tenere gli occhi aperti, affinché la Legge possa finalmente trovare concreta applicazione.