“La Uil, sia a livello pugliese che nazionale, è da sempre contraria alla regionalizzazione della scuola statale per gli effetti che si verificherebbero, con una scuola condizionata, terreno di scontro politico e bacino di consenso sociale. Riteniamo, quindi, estremamente grave la situazione che si sta venendo a determinare, con la divisione della scuola statale mediante una autonomia differenziata tra regioni che mina le fondamenta stesse dell’unità del Paese e il suo futuro”.

Lo ha affermato Gianni Verga, Segretario Generale della Uil Scuola Puglia, nel corso dell’odierna audizione in VI commissione consiliare della Regione Puglia. A margine dell’incontro, l’assessore regionale Leo, il presidente della VI Commissione Santorsola, il presidente della V Commissione Vizzino e altri tre consiglieri regionali (Pentassuglia, Franzoso e Maurodinoia) hanno aderito alla decisa presa di posizione della categoria della Uil, firmando la petizione contro l’autonomia differenziata della scuola, già sottoscritta nei giorni scorsi dal sindaco di Bari, Antonio Decaro e da altri rappresentanti e amministratori locali e nazionali.

“L’impostazione politica dell’autonomia differenziata – attacca ancora Verga – così come declinata da alcune Regioni, si può ascrivere a manifestazioni di un disegno politico più generale delle forze di Governo, che mira allo smantellamento del welfare pubblico, della solidarietà nazionale e comporterà un accrescimento delle diseguaglianze”.

“Avvertiamo seri rischi di tenuta complessiva del sistema scolastico nazionale e meridionale, a maggior ragione nella nostra regione in cui il deficit del numero di alunni, nella più totale indifferenza, è in caduta libera a causa della continua e costante emigrazione dei giovani dalle regioni del Sud verso quelle del Nord. Infatti – continua – per il prossimo anno scolastico, se ne prevedono ulteriori 10.700 in meno che si aggiungono ai 12.000 dello scorso anno e agli 11.000 dell’anno scolastico 2017/18”.

“Con la Regione Puglia – aggiunge Verga -, che è tra le amministrazioni che hanno comunque avanzato richiesta di autonomia differenziata, abbiamo la necessità di avviare immediatamente un tavolo di discussione affinché, con assoluta responsabilità, si recuperi senso di unità del Paese e rispetto della Costituzione, la stessa Costituzione difesa a spada tratta, poco più di un anno fa, nel corso del referendum indetto dal Governo Renzi, proprio dal presidente regionale Michele Emiliano, il quale deve essere consapevole di come vi sia un uso strumentale della questione ‘autonomia’ e della questione ‘fiscalità’. Concetti strumentalmente enfatizzati che portano a pericolose derive scissioniste. Il Governo si sta assumendo la responsabilità di dividere il Paese dal punto di vista culturale, dopo aver accentuato le differenze sociali ed economiche. Noi non ci stiamo e siamo pronti anche allo sciopero generale della scuola e dell’intero comparto”.

“Regionalizzare la scuola e il sistema educativo e formativo, infatti – incalza – significa prefigurare istituti e studenti di serie A e di serie B a seconda delle risorse del territorio, ignorare il principio delle pari opportunità culturali e sociali e sostituirlo con quello delle impari opportunità economiche, disarticolare il contratto nazionale del comparto attraverso sperequazioni inaccettabili negli stipendi e negli orari dei lavoratori che operano nella stessa tipologia di scuola, nelle condizioni di formazione e reclutamento dei docenti, nei sistemi di valutazione, trasformati in sistemi di controllo e, infine, condizionare gli organi collegiali in funzione delle scelte politiche adottate da ogni singolo consiglio regionale”.

“Ricordiamo che il contratto di questo Governo giallo-verde prevede, testualmente, che a tutti gli studenti deve essere consentito l’accesso agli studi, nel rispetto del principio di uguaglianza di tutti i cittadini. Temiamo – conclude Verga -, invece, che questa uguaglianza non potrà essere garantita con una autonomia differenziata i cui connotati somigliano tanto ad una secessione dei ricchi. Il nostro è un no deciso e condiviso all’autonomia differenziata nella scuola, no a istituti di serie A e serie B, no alla secessione della formazione e della cultura: pronti allo sciopero generale, il presidente Emiliano ci convochi subito”.