Ventitré condanne a pene comprese fra i 7 anni e 8 mesi e i 25 mesi di reclusione e quattro assolti, il gup del Tribunale di Bari Alessandra Piliego, ha emesso la sentenza al termine del processo di primo grado, celebrato con il rito abbreviato, per associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, coercizione elettorale e corruzione.

Secondo le indagini della Dda di Bari, gli imputati, quasi tutti del clan Di Cosola, avrebbero tentato di condizionare le ultime elezioni regionali in Puglia, svoltesi a maggio 2015, procurando voti in cambio di denaro a Natale Mariella, candidato poi non eletto con la lista ‘Popolari’ a sostegno di Michele Emiliano.

In alcuni comuni della provincia di Bari l’organizzazione criminale, di cui faceva parte anche Michele Di Cosola, figlio del boss ‘pentito’ Antonio Di Cosola, nelle settimane antecedenti le elezioni regionali avrebbero fermato gente per strada invitando a votare Mariella “mediante l’esercizio della forze di intimidazione del clan” e con “minacce velate”, così “impedendo il libero esercizio del diritto di voto”.

Armando Giove, incensurato ritenuto il referente di Mariella, accusato di aver accettato la promessa del clan di procurare voti offrendo in cambio 70 mila euro, è stato condannato alla pena 2 anni, 1 mese e 20 giorni contro i 12 chiesti dalla Procura, l’accusa era di scambio politico elettorale. Assolto invece dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.