“Ci vuole un fisico bestiale per resistere agli urti della vita” e Luca Carboni, 53 anni compiuti lo scorso ottobre, ha dimostrato di avercelo eccome, il fisico bestiale. Due ore di concerto, cento venti minuti di musica e un’energia incontenibile riversata senza soluzione di continuità sul numerosissimo pubblico del Demodè Club di Modugno. Una platea composta da almeno tre generazioni: fan appena maggiorenni, trentenni cresciuti a pane e Carboni, ma anche ultracinquantenni innamorati del cantautore bolognese fin dai primi passi della sua lunga carriera.

L’enciclopedia del suo repertorio è molto vasta ma Carboni riesce a spaziare tra vecchio e nuovo legando l’intero pacchetto con l’invisibile filo rosso delle emozioni. Apre la serata con il nuovissimo “Happy” ma fa subito un salto indietro di quasi trent’anni con “I ragazzi che si amano”. E via così in un piacevole viaggio tra passato e presente che parte dal luminosissimo palco del club, fa tappa nelle casse e arriva limpido nei cuori degli oltre mille spettatori dell’arena.

Non mancano le sorprese. Con la band che sperimenta arrangiamenti inediti e nuove versioni in chiave electro ed electropop di vecchi brani. È il caso di “Il mio cuore fa ciock”, “Silvia lo sai”, “Farfallina”, “Inno Nazionale”, “Non è” e “Mare Mare”. E poi, tra gli altri, i successi più noti “Luca lo stesso” e “Bologna è una regola”.

«Magari un giorno riuscirò a scrivere una canzone anche su Bari» dice Carboni nel corso del suo spettacolo. Una frase sibillina che risuona nelle orecchie dei presenti quasi come una promessa.

(Foto di Dario Fazio)