Non se l’aspettava nessuno, neppure i familiari di Santa Scorese, la ragazza ammazzata dal suo persecutore sotto casa, a Palo del Colle, la sera di venerdì 15 marzo del 1991. Il rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio, consegna la laurea ad honorem nelle mani della sorella, Rosamaria Scorese, sempre pronta a raccontare quanto fosse speciale Santa ogni volta che si discute di femminicidio o si deve semplicemente fare sensibilizzazione. Una missione ormai.

Oggi era in corso l’ennesimo convegno sul tema. Si parlava di violenza di genere. Un racconto fatto di parole e immagini per imparare a riconoscerla. Sì, perché nella maggior parte dei casi quel tipo di violenza è subdola, si nasconde dietro comportamenti in apparenza persino premurosi.

“Vista la delibera assunta all’unanimità dal Senato Accademico in data 28 novembre 2016 – c’è scritto sulla pergamena – rilasciamo in memoria attestato di benemerenza alla signorina Santa Scorese, in virtà del costante impegno profuso negli studi e per i risultati conseguiti negli esami sostenuti”.

Ci sono voluti decenni prima di arrivare al riconoscimento, ma ciò che conta è che alla fine sia arrivato, soprattutto per la passione che Santa Scorese metteva in tutto ci che faceva, anche nei suoi studi in pedagogia, interrotti così com’è stata interrotta tutta la sua vita, a soli 23 anni. Peccato che la sua famiglia non abbia potuto essere presente al completo. Un bel gesto, tardivo, ma un bel gesto.

Il commento della sorella Rosamaria –Emozionatissima da questa sorpresa che l’Ateneo barese ha fatto stamane a Santa, ma in realtà a centinaia di ragazze e ragazzi presenti in aula. Un sogno, segno grande dell’attenzione che bisogna porre alla storia di Santa, ma anche a quelle di tutte le vittime. In cuore avevo il sogno di parlare di Lei in questo luogo, perché dove santa imparava, Santa oggi insegna. Ma non avrei mai immaginato che il Magnifico Rettore consegnasse nelle mie mani di sorella questo attestato, che spero possa rappresentare non solo un riconoscimento alla Sua splendida e luminosa memoria, ma soprattutto un faro per le giovani generazioni che oggi hanno in qualche modo raccolto il Suo testimone d’amore, forza, impegno, sacrificio. Ho comunicato da poco la notizia ai nostri genitori. Le loro parole e le loro emozioni restano come un nodo in gola. In silenzio restiamo al solo ripensare che in questo ateneo abbiamo scortato Santa per sottrarla al suo persecutore. Ora riluce, la nostra dottoressa, im cielo”.