Nello strano acquario dentro il quale stanno pinneggiando i volontari della più grande e strana associazione nazionale, la Croce Rossa Italiana, alcuni amici ci hanno segnalato uno stranissimo fenomeno. Accanto alle vicende, molto losche e brutte, di volontari che si fanno pagare dai loro Comitati per i servizi svolti, il più delle volte, vere e proprie retribuzioni mascherate da rimborsi spesa, esiste anche il fenomeno della fetazione di associazioni parallele.

Queste nuove entità sono formate da soci, spesso vecchi soci di Croce Rossa, e si propongono di esportare tecniche sanitarie e para sanitarie, escursionismo, trekking e simili, da diffondere al pubblico con il pagamento di quote associative o un vero e proprio tariffario. Si va dai corsi di primo soccorso a quelli per usare i defibrillatori, alle tecniche di arrampicata fino al soccorso in mare ed all’uso dei droni e delle moto d’acqua.

Perché non si fanno, queste attività, all’interno dei Comitati? La risposta è semplicissima, si tratta di poter monetizzare, ed in fretta, l’esperienza acquisita in Croce Rossa. Se tali addestramenti fossero svolti con la tuta rossa, i denari raccolti dovrebbero essere versati nelle casse, sempre vuote, dei vari Comitati. Così invece chi si inventa il gioco raccoglie anche il business, a volte simpaticamente importante.

Il mondo che ruota attorno a Cri è fatto anche di altre realtà. Proprio a Roma, al civico 31 di via Ramazzini dove sono collocati il Comitato di Ronzi e quello di De Nardis, ha la sede un’associazione che si chiama “Nessun mondo è lontano”. Questa concorre in ATI, associazione temporanea, proprio con Cri nelle gare per l’assegnazione dei servizi di assistenza alle persone straniere richiedenti asilo in Italia. Ed è un concorso di natura molto particolare, se formalmente si tratta di due soggetti che sostanzialmente sono la stessa cosa, con la stessa sede e la medesima attività

La domanda che ci poniamo noi, ancora non se l’è posta l’Ufficio Territoriale di Governo di Roma, quello sulla cui poltrona più alta è seduto il prossimo Capo della Polizia, ma sarebbe opportuno che qualcuno, proprio dall’indirizzo romano in cui tutte e due le associazioni hanno sede, ce lo raccontasse. Anche perché secondo noi non basta avere due codici fiscali diversi per essere una diversa persona, anche se con due facce, quella che pubblica il bilancio per i soci, magari con molte spese, e quella che ai pochi soci che si ritrova distribuisce solo i profitti, utilizzando uffici, energia elettrica, telefono ne servizi già pagati dal lavoro dei volontari vestiti di rosso.

Questo è il mondo della nuova Cri, questo è il mondo che abbiamo voluto raccontarvi noi, che non crediamo nella privatizzazione.