Una sola donna su 15 neonominati Direttori generali delle Asl pugliesi. E parte, inevitabile, la riflessione sul tema della parità di genere. Ad intervenire nel dibattito mediatico di queste ultime ore anche l‘assessora regionale alle Pari opportunità Rosa Barone, che precisa: “Nel caso specifico però è bene chiarire che le nomine per i direttori generali vengono effettuate scegliendo i profili da un elenco di “candidati idonei” a ricoprire quello specifico ruolo secondo le norme vigenti. Nel caso della Puglia, l’elenco degli idonei contava 34 nomi, di cui 31 uomini e solo 3 donne. Da questa platea sono stati individuati i nuovi direttori generali, tra cui una donna. Dunque nessuna critica da parte mia all’operato del Presidente o della Giunta che hanno espresso la nomina di una donna nonostante i numeri di partenza così bassi.

Le mie considerazioni erano volte invece a un’analisi più ampia sul perché, sebbene ci sia un’ampia presenza di donne operative nelle Asl, solo in poche (meno del dieci per cento) abbiano i requisiti richiesti dalla normativa per salire al vertice di un’azienda ospedaliera o sanitaria. Per quello che potrò, cercherò di fare il possibile affinché il numero dei candidati idonei possa contare sempre più donne in futuro per colmare questo gap di partenza.  Stiamo lavorando per cambiare le cose e garantire gli strumenti per la conciliazione vita-lavoro, in modo che le donne non debbano scegliere tra carriera e vita privata. Questa è la vera sfida sullo sfondo, il cambio culturale che dobbiamo portare nel Paese. Ovviamente il nostro impegno è massimo, ogni giorno”.