I florovivaisti pugliesi non hanno altra scelta: mandano “in letargo” le piante lasciandole al freddo nelle serre per contenere i costi energetici schizzati alle stelle nelle ultime settimane. A lanciare l’allarme è la Coldiretti Puglia, non a caso a ridosso di San Valentino, la festa degli innamorati, attesa ogni anno come occasione di rilancio.

Un settore che in Puglia può contare su un distretto in provincia di Lecce, a Taviano e Leverano, Alliste, Maglie, Melissano, Nardò, Porto Cesareo, Racale e Ugento e uno in provincia di Bari-BAT con al centro della produzione e degli scambi Terlizzi, Canosa, Bisceglie, Molfetta, Ruvo di Puglia e Giovinazzo, più altre realtà aziendali sparse nel resto della regione.

“Il rincaro dell’energia – denuncia la Coldiretti regionale – non risparmia fattori fondamentali di produzione come i fertilizzanti, con aumenti che vanno dall’urea passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata (+143%) alle torbe con un +20% mentre per gli imballaggi gli incrementi colpiscono dalla plastica per i vasetti (+72%) dei fiori al vetro (+40%) fino alla carta (+31%) per i quali peraltro si allungano anche i tempi di consegna, in qualche caso addirittura quintuplicati. E se in altri settori si cerca di concentrare le operazioni colturali nelle ore di minor costo dell’energia elettrica – rileva Coldiretti regionale – le imprese florovivaistiche non possono interrompere le attività pena la morte delle piante o la mancata fioritura, soprattutto in quelle serre dove era già partito il riscaldamento”.