Quando decidi di difendere carriera e soprattutto reputazione, sei costretto ad andare fino in fondo, succeda quel che succeda. Lo sanno bene e lo hanno dimostrato fin dall’inizio Francesco Papappicco e Francesca Mangiatordi, i due medici contro i quali la Asl ha aperto due distinti procedimenti disciplinari che hanno tutta l’aria del complotto.

Ieri, il medico in servizio nella postazione 118 di Gravina e la collega del prontosoccorso dell’ospedale della Murgia hanno presentato una denuncia alla Polizia Postale. L’obiettivo, “morto” Pasquale Telanzacco, è quello di stanare gli altri presunti fake che su Facebook offendono i due professionisti, dopo la pubblicazione di ogni nostro articolo che tira in ballo il coordinatore del 118 barese, Antonio Dibello.

Allo stato attuale non si può escludere nessuna ipotesi. Potrebbe essere qualcuno in carne e ossa oppure un nome di fantasia o un profilo Facebook falso artatamente messo in piedi per evitare che venga fuori la verità. Chi vuole la testa di Papappicco e Mangiatordi e perché? Speriamo non sia solo per le continue denunce sulle inefficenze del prontosoccorso dell’ospedale Perinei e del sistema di emergenza-urgenza barese, fatte negli anni, dai due medici e sindacalisti dell’Usppi e del FSI 118.

In molti casi l’utente, reale o fake che sia, ci è andato giù pesante, così come più volte ha colpito duro anche nei nostri confronti, sollevando il dubbio di un conflitto d’interesse per chi scrive. Così come abbiamo reso noto, ormai più di due anni fa, sono “il nipote di un truffatore“, l’ex presidente sotto processo degli Operatori Emergenza Radio di Bari, Giovanni Emilio. Una parentela che non ha mai scalfito la nostra voglia di pulizia radicale all’interno del 118 barese, un sistema che, ancora oggi, presenta numerose anomalie e illeciti.

A causa della nostra battaglia disinteressata abbiamo ricevuto minacce di morte e ogni tipo di intimidazione, regolarmente denunciate con la speranza di un intervento della Procura. Non lasceremo che alcuno metta in discussione il nostro lavoro giornalistico sul 118, iniziato più di due anni fa. Ci è sembrato strano che dai profili incriminati, oggetto della denuncia di Pappapicco e Mangiatordi, i commenti offensivi e piccati siano cessati dopo il nostro ultimo articolo in cui annunciavamo le dimissioni di Antonio Dibello dal prossimo 3 novembre, dopo i tre mesi di preavviso previsti dalla legge.

In queste ore, per tutelare l’immagine del giornale e la nostra reputazione, stiamo valutando la possibilità di integrare la denuncia dei due medici, fornendo altro materiale utile alla polizia postale. Ciò che ci fa riflettere è come finora, fatte salve piccole eccezioni, nessuno abbia sentito la necessità di andare a fondo e verificare le nostre denunce giornalistiche. Ci abbiamo sempre messo la faccia e continueremo a farlo con chiunque abbia qualsiasi cosa da dire sulla gestione e le dinamiche del 118, purché non ci si nasconda dietro false identità.