Un anonimo martedì sera di paura elettorale in pizzeria. Non è il titolo di un film dell’orrore, ma la sintesi, il sugo, di ciò che il titolare di un locale di provincia ha vissuto sulla propria pelle di commerciante tassato e tartassato a una settimana dal voto. Una tragedia politica a cui ho avuto il privilegio di assistere personalmente mentre ero in attesa della mia quattro stagioni. Ammiccamenti, occhiolini, pacche sulle spalle e distribuzione di santini appoggiati sul bancone insieme ai soldi del conto. Per farvi capire meglio, un’incredibile concentrazione di supercazzole, a due a due, come se fossero antani, con scapolamento nel centrodestra e nel centrosinistra.

Neppure si fossero dati appuntamento tutti quei sostenitori di Pietro Ammicca. C’è l’amico dell’assessore comunale che porta il candidato del sindaco, ma c’è anche il cognato del candidato forestiero al paese. Un’eresia da tenere lontana con occhi indiscreti, invitando a sbafo anche il Giuda indigeno. Si parla di politica e di come nella società contemporanea, nell’immaginario collettivo di un’idea astrusa e un po’ astratta di democrazia, dentro una sorta di iperuranio crogiuolo di ideologie marxiste e un po’ da Repubblica di Salò, ci sia solo da votare l’uomo, non il partito. Cosa? Supercazzole, appunto.

Come se non bastasse si rilancia con una manciata di promesse palesemente farlocche. Su tutte, quella di far diventare centrali nel panorama regionale i problemi del piccolo paese in cui quel martedì di paura si è deciso di andare in pizzeria. Se non fossero solo le 21, quindi fascia protetta, verrebbe da dire: sticazzi! Seguito da ciò che realmente il commerciante sussurra a tutti gli amici dei candidati: e fino ad ora dove stavate? Due richieste di voto in appena trenta minuti, con identico finale: stretta di mano, rassicurazione sul voto e santini nel cassonetto dei rifiuti.

Un anonimo martedì sera di paura fino a quando entra lei, truccatissima e ben curata signora di mezza età, in politica da un pezzo. Sponda centrodestra dal lato di Berlusconi prima, di Schittulli poi. Il titolare del locale pensa al solito approccio e invece no. La dottoressa spiazza tutti con un: vota Maurodinoia. Chi, la saltafossi? Risponde l’elettore. E qui arriva la replica ermetica, concisa, illuminante, che non ti aspetti. Niente a che vedere con la bagarre sugli impresentabili denunciati dalla Commissione Antimafia. Una replica così forte, da far passare in secondo piano una qualunque definizione di democrazia del generatore automatico di vendoliana ispirazione (se non lo avete mai fatto non esitate, è taumaturgico).

Dobbiamo essere machiavellici – spiega la donna guardandosi attorno senza sapere che c’ero io nelle vicinanze – il fine giustifica i mezzi. La morte del centrodestra ha spiazzato tutti. Allearsi con Emiliano era l’unica operazione da fare. Buon voto a tutti, non per il partito ma per l’uomo.