Potrebbe essere la soluzione al dilemma: come affrontare uscendone alla grande la terza sconfitta consecutiva per il governo regionale Pugliese. Dopo due batoste contro Nichi Vendola, di cui una persa in prima persona ( e Raffaele ancora si interroga come mai la “sua” regione gli abbia preferito un comunista non ancora pentito, per giunta omosessuale dichiarato e praticante) ed una terza probabilissima sconfitta contro il Caterpillar Emiliano, Fitto l’ha dovuta pensare bene per uscirne senza onta e, soprattutto, con qualche chance in piedi per tentare prima o poi di ricostruire un centro destra presentabile, ma sotto la sua leadership.  La sua carta “vincente” si chiama Mario Walter Mauro. Pugliese Doc, di San Giovanni Rotondo, ilpaese che Padre Pio ha trasformato da sperduto borgo di montagna in una delle capitali del sacro a livello mondiale. Buonissimi studi, eccellenti lombi politici,  Le sue origini garganiche lo fanno accettare da tutte le tribù pugliesi che si odiano fra loro (specie salentini e terrabaresi), la sua appartenenza prima a Scelta Civica e poi a Popolari per l’Italia, gli dona un’allure ecumenica irresistibile: nessuno potrebbe mai scambiarlo per un estremista alla La Russa o un pescatorbido alla Verdini o un livoroso fnto democratico alla Brunetta. Piacerebbe di sicuro anche ai fratelli separati di Alfano e ai furbissimi Schittulliani, seguaci dell’oncologo Francesco Schittulli da un paio di Lustri sulla scena politica regionale, i veri dorotei del Centro Destra Italiano post berlusconico.

E mettendo tutti d’accordo Fitto potrebbe evitare con eleganza le pericolosissime primarie, in cui si scatenerebbero le truppe cammellate dei vari boiardi locali, di cui Forza Italia è zeppa, e il NCD è ben dotato, con esiti assolutamente imprevedibili. Mauro è infatti sicuramente più forte del volenteroso ex neofascista Nino Marmo, che da solo ha deciso di presentarsi a primarie che non si faranno mai, investendo anche qualche decina di migliaia di euro in grossi manifesti 6×3 dall’aria un po’ lugubre.

E potrebbe essere più forte anche di Francesco Schittulli, cui potrebbe comunque garantire qualche assessorato (se venisse eletto) soprattutto al suo famelico entourage, capeggiato da un avvocato Davide Bellomo, figlio d’arte (suo padre era il mitico presidente DC della Puglia pre-tangentopoli, Michele un DC di quelli veri, detto affettuosamente dagli amici Rigor Mortis perchè durante le interviste faceva pensare che l’immagine si fosse improvvisamente bloccata su un frame senza muoversi più).

E se dovesse perdere, come è ben probabile, contro Michele Emiliano, Fitto ne uscirebbe comunque con onore: avendo scelto un candidato presentabile e in grado di riunire tutte le anime di un Centro destra dilaniato e in crisi profonda di identità e di rappresentanza. Nonchè in astinenza da oltre dieci anni, nonostante la benevola attitudine vendoliana che in queste due sue legislature non ha mancato di far arrivare agli “avversari” qualche segnale tangibile di stima e gratitudine per l’opposizione inesistente.