Il 19 gennaio è stata depositata la sentenza sul ricorso presentato da Gianluca Giagni, terzo classificato allo sciagurato concorso per Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP). Il concorso, lo ricordiamo, venne annullato proprio dal Tar e l’azienda, su proposta dello stesso direttore Lucibello, anziché bandire nuovamente la selezione, assegnò il posto al secondo classificato perché, disse Lucibello ai nostri microfoni, trattandosi di un incarico sotto i 20mila euro può essere affidato in via diretta, anche se su questo potremmo discutere a lungo.

Letta la sentenza, abbiamo sentito Salvatore Basso, avvocato di Gianluca Giagni: «Dal punto di vista pratico cambia poco, il mio assistito è già stato integrato dall’Amtab, credo che il Tar abbia posto la parola fine a tutta questa storia. Teoricamente l’azienda potrebbe ricorrere al Consiglio di Stato, ma non credo che succederà, nelle varie udienze non si è mai presentato nessuno, né l’Amtab né il secondo il classificato. L’unica aggiunta è la definizione delle spese legali, a carico della municipalizzata».

«Una delle cose assurde di questa storia – prosegue l’avvocato – è che la Innova, una società di capitali risultata prima classificata, era stata ammessa alla selezione nonostante la stessa azienda avesse detto chiaramente che fosse rivolta solo ai liberi professionisti. Come dire, la mano destra non sa cosa fa la sinistra».

«Anche l’ammissione del secondo classificato è molto discutibile, e infatti anche il Tar l’ha ritenuta illegittima, ma la cosa più grave è stato assegnargli successivamente l’incarico ignorando le disposizioni del Tar. Uno schiaffo in faccia a tutti».

I bene informati dicono che al Tar non hanno gradito affatto il comportamento dell’Amtab e del suo direttore generale Francesco Lucibello.