Se dovessimo paragonarla a un fiore, forse penseremmo ad una rosa: delicata, profumata, ma con delle spine appuntite che graffiano. Parliamo della cantante barese Valeria Vaglio, che a distanza di quattro anni dal precedente “Uscita di insicurezza”, pubblica allo sbocciare della nuova stagione “Il mio vizio migliore”, terzo album della sua carriera. Lo abbiamo ascoltato in anteprima, ci è piaciuto, e ne abbiamo discusso con lei.

Il mio vizio migliore esce il 21 marzo, equinozio di primavera. Non è una coincidenza, vero?
Decisamente no. Ogni volta che un disco viene alla luce determina la rinascita artistica di chi per mesi o anni lo ha visto crescere e ha impiegato gran parte delle proprie energie per raggiungere questo traguardo. E’ come essere in un sommergibile e poi riaffiorare all’improvviso.

Ad un primo ascolto, del tuo disco risaltano due caratteristiche: l’anima pop-rock e una certa poesia. È così che ti senti, una ragazza romantica con la chitarra elettrica?
Credo che le due cose possano coesistere all’interno della stessa persona. La mia indole romantica convive perfettamente con il mio lato aggressivo. Spesso non si incontrano, a volte si amano alla follia.

“È l’amore il io vizio migliore…” vizio, secondo il dizionario, porta in se’ un’accezione negativa. L’amore dunque nuoce alla salute?
Quando ci si annulla o ci si fa del male per far star bene qualcun altro il prezzo da pagare è troppo alto. Eppure spesso non si riesce a cambiare, forse perché ci si illude che sia l’amore che doniamo a far cambiare gli altri.

Polvere, In viaggio, Torno presto, Davvero…quanto dolore, personale e non, c’è in questo disco? Dolore o rimpianti non so…
Il dolore ha giocato un ruolo dominante ai fini della scrittura di questi pezzi, anche se non sempre vissuto in prima persona. Capita spesso di inglobare il dolore di qualcuno che ami anche solo di riflesso, tanto da potertici immergere e sentirlo bruciare sotto la pelle. O addirittura di immaginartelo come nel caso di “Torno presto”.

L’ultima canzone appare un po’ staccata dal resto dell’album, sembra quasi appartenere ad un altro progetto. Mi sbaglio?
Ho scritto “L’ultima canzone” in un momento in cui realmente pensavo che quella sarebbe stata l’ultima canzone. In realtà questo album è fatto di zampate, di pennellate, di attimi, non c’è un vero filo a collegare tutti i pezzi perché io scrivo quando qualcosa mi impressiona, mi fa stare bene o male, quando mi si attorciglia lo stomaco e l’unica cura che ho è la musica.

Mea culpa, ci siamo fraintesi. Mi riferivo alla bonus track del disco e non al pezzo intitolato “L’ultima canzone”…
No, non sbagli. “Sand like snow” fa parte della colonna sonora di WAX, opera prima del regista leccese Lorenzo Corvino.

Sei testimonial in molte campagne contro la violenza sulle donne, la copertina del nuovo disco, però, esalta tutta la tua femminilità, anche troppo, abbinata ad un titolo ammiccante. Sembra una contraddizione, perché hai accettato questa proposta visiva che ricalca lo sfruttamento della donna in pubblicità?
Se la stessa copertina l’avesse fatta un uomo sarebbe stato solo “un gran figo”. Di questo disco ho deciso tutto in prima persona, copertina compresa e credo sia molto pericoloso, oltre che attribuibile a bassi istinti primordiali, pensare anche solo per un momento che mettere in mostra la propria femminilità sia un lasciapassare per qualsiasi forma di violenza.

Donne in musica, pensi che anche in questo settore siano in qualche modo penalizzate se non addirittura ostacolate? Insomma che debbano ricorrere ad altri stratagemmi per farsi notare?
Sul fatto che la parità tra uomo e donna in Italia sia ancora lontana credo non ci siano dubbi. Non ritengo che per il raggiungimento di questo obiettivo le donne debbano rinunciare a mostrarsi o a mortificare la propria femminilità. Credo anche che chi comprerà il mio disco non lo farà certo per la copertina.

Sei la terzo album, hai 3X anni (non è carino svelare l’età di una donna), a che punto sei della carriera e della vita personale? Che periodo è per te?
33 (a proposito di parità tra i sessi). E’ un momento di grande fermento sotto tutti i punti di vista, la stabilità al 100% non farà mai parte della mia vita, vivo sempre su un’altalena e sono contenta così.