La storia del neonato abbandonato dalla sua mamma biologica, una badante di nazionalità georgiana, vicino ai cassonetti di via Pisanelli, nel centro di Taranto, continua a turbare e a far riflettere. In questi giorni il Tribunale per i minorenni di Taranto, dopo la richiesta del pm Maria Stefania Ferrieri Caputi e del procuratore Pina Montanaro, si è pronunciato in merito al caso, sospendendo la responsabilità genitoriale alla donna. Quest’ultima il 12 agosto scorso, subito dopo aver partorito da sola nell’abitazione dell’anziana che assisteva, ha lasciato il piccolo Gabriele in un sacchetto vicino alla spazzatura, avvolto in una copertina assieme a un orsetto in peluche; dopo qualche giorno la 20enne ha scelto di vederlo, allattarlo, prendersene cura e riconoscerlo ufficialmente.

Stando a La Gazzetta del Mezzogiorno, al momento mamma e figlio si troverebbero in un luogo protetto, seguiti dai servizi sociali e da uno staff di esperti; tuttavia, il Tribunale ha già provveduto a nominare un tutore legale del bambino, come ragionevole conseguenza della suddetta sospensione della responsabilità. Solo ieri, 4 settembre, la giovane donna, assistita dall’avvocato Francesco Zinzi, ha avuto un colloquio a cuore aperto con i magistrati, in cui ha raccontato il dramma e il senso di terrore che l’ha accompagnata nel corso della sua vita, spingendola a fare dolorosissime scelte.

Si legge sulla testata che la ragazza avrebbe detto di essere riuscita a sfuggire a un marito violento, con il quale aveva avuto una bambina. L’uomo l’avrebbe picchiata e sarebbe arrivato a puntarle un coltello. Dopodiché la relazione pare sia finita e che lei abbia incontrato un altro uomo, di 24 anni, di cui si sarebbe innamorata. Purtroppo anche questa seconda storia non ha avuto un lieto fine, perché il giovane dopo aver scoperto che la donna aspettava un bambino l’avrebbe costretta a scegliere tra l’aborto e la fine del loro rapporto sentimentale.

Così la giovane madre avrebbe deciso di lasciare la Georgia per cercare di salvare il figlio che aveva in grembo e se stessa dall’ennesimo amore tossico. Quando però si è ritrovata a partorire sul territorio italiano ha spiegato di aver avuto paura di come l’avrebbero presa nel suo Paese d’origine, di temere il linciaggio perché si trattava di un figlio nato fuori dal matrimonio. Un pensiero terribile che l’avrebbe divorata dentro, tanto da portarla a “liberarsi” del piccolo, augurandosi un futuro migliore per lui.