La minacciava di diffondere numero e immagini online per ottenere dalla 14enne contenuti pornografici, foto e video che la ritraevano nuda. Con l’accusa di pornografia minorile è cominciato ieri al Tribunale di Bari il processo nei confronti di un 32enne della provincia. Si tornerà in aula il 26 ottobre per sentire i primi tre testimoni citati dall’accusa, tra i quali la ragazza, oggi 20enne.

La vicenda

La vicenda risale a luglio 2016, quando la presunta vittima aveva 14 anni e l’imputato ne aveva 25. Il misfatto per la ragazzina è cominciato dopo esser stata inserita in un gruppo WhatsApp nel quale giravano contenuti pornografici. Lei, dopo aver abbandonato il gruppo, è stata dopo poco contattata dal 25enne che spiegandole di aver preso il suo numero da quel gruppo, ha iniziato a scriverle e a chiederle la prima foto. “Mandami una foto e poi ti lascio in pace“. È iniziato da qui il calvario per la ragazzina che, impaurita dalle minacce del ragazzo di diffondere il suo numero ad altri contatti, lo ha accontentato sperando di essere realmente lasciata in pace. Ovviamente, così non è stato. Dopo la prima foto, gliene ha chieste altre quattro e, dopo un periodo di silenzio di qualche settimana, arrivò la richiesta di un video di lei mentre si spogliava. Il rifiuto della 14enne non ha fatto che aumentare le minacce del 25enne che ha continuato, così facendo, a ricevere contenuti pedopornografici di cui vi era concreto pericolo di diffusione.

La ragazzina preoccupata e spaventata ha iniziato a confidarsi prima con i suoi amici e poi ha deciso di raccontare il tutto ai suoi genitori, i quali prontamente hanno denunciato il 25enne. Non ci è voluto molto a identificare l’autore delle richieste e delle minacce, finito ora a processo. “La violenza non rappresenta una lesione dei diritti delle donne e dell’essere umano da intendersi quale fatto privato, ma costituisce un profonda ferita per tutta la società civile e per il sistema di valori“, ha dichiarato la presidente di Fermiconlemani Tiziana Cecere a margine dell’udienza.