Proseguono le indagini su quanto accaduto nel carcere di Bari nella notte del 27 aprile scorso, quando 3 agenti della penitenziaria avrebbero pestato un detenuto di 42 anni affetto da problemi psichici. La Procura ha chiesto 3 interdizioni nei confronti di altri 2 poliziotti e del medico in servizio proprio nelle ore dell’aggressione. Due degli agenti arrestati l’8 novembre, Raffaele finestrone e Giacomo Della, continuano a difendersi dalle accuse di tortura in concorso, mentre il terzo, Domenico Coppi ha ammesso di aver commesso il fatto e di essersene pentito.

L’aggressione omessa per giorni

La cosa più grave è che le violenze nei confronti del 42enne sarebbero state taciute né sarebbero mai arrivate alle orecchie della Direzione del carcere o al Comando della Polizia penitenziaria, al contrario di quanto previsto da specifici ordini di servizio. L’episodio è emerso solo quando il detenuto, su cui pendeva un provvedimento disciplinare, ha dichiarato di essere stato picchiato. In una nota inviata alla Procura si legge che i poliziotti “hanno infierito contro un detenuto psichiatrico il quale giaceva sul pavimento della sezione, percuotendolo e abusando della loro autorità, violando i loro doveri istituzionali; sicuramente non hanno giovato alla corretta gestione dell’emotività, la frustrazione e la tensione accumulata per mettere in sicurezza l’istituto e il detenuto ma questi fatti appaiono inaccettabili e coprono di discredito l’intero Comando”.

Gli episodi di violenza del detenuto

Stando alle prime indagini sembrerebbe che il carcerato abbia aggredito in due anni ben otto volte gli operatori del penitenziario e tre volte altri detenuti in custodia cautelare. Il 42enne sarebbe stato sorpreso sette volte in atti di autolesionismo, così come sette anche gli episodi di minacce nei confronti degli agenti di cui si sarebbe reso protagonista. Agli atti risulta che l’uomo abbia provocato in questi anni tre incendi nella sua cella, distruggendo vari arredi per  otto volte.

Inoltre, lo stesso detenuto pare abbia dato in escandescenza in altre occasioni anche nel carcere di Foggia, Lecce e San Severo. Il 42enne aveva minacciato di morte alcuni agenti il 4 febbraio scorso, affermando che se fossero entrati nella sua stanza li avrebbe sgozzati, il tutto mentre lanciava il televisore e il telecomando dalla finestra. Il giorno prima, 3 febbraio, aveva ingoiato una pila, stessa cosa fatta anche il 7 marzo. Stando agli atti il 23 gennaio l’uomo aveva colpito con un manico di scopo un altro carcerato. Il 42enne aveva inoltre tentato il suicidio in due diverse occasioni, strappando la coperta e ricavandone dei pezzi per impiccarsi. Si tratta di situazioni e dati che serviranno ai legali degli arrestati per preparare una solida difesa, nonostante i comportamenti del detenuto non giustifichino affatto alcun pestaggio da parte degli agenti.

Gli interrogatori degli agenti arrestati

Nel corso dell’interrogatorio ai poliziotti Domenico Coppi e Raffaele Finestrone, assistiti dai legali Fabio Schino e Donato Marcucci, è emerso come quel 27 aprile il clima fosse piuttosto teso, a causa di un rogo appiccato proprio dal 42enne nella sua cella. Il terzo agente, Giacomo Della, difeso da Antonio La Scala, si è avvalso fino a questo momento della facoltà di non rispondere. Il 28 aprile era stata trasmessa alla Procura una denuncia dettagliata dell’incendio appiccato dal 42enne: “Per l’incolumità dei detenuti si procedeva all’evacuazione di tre stanze mentre il detenuto si barricava dentro la sua cella e poi veniva tratto in salvo dal personale”. Bisognerà attendere domani, 16 novembre, per capire quale sarà la decisione del giudice in merito a un’eventuale sospensione delle misure nei confronti degli arrestati e interdetti.