Le forti esalazioni provenienti da una grata di aereazione dei locali interrati di un’officina meccanica, a Triggiano, hanno attirato l’attenzione della Guardia di Finanza. Le indagini, effettuate anche attraverso accurati riscontri catastali, hanno permesso di individuare un esercizio commerciale, di un cinquantenne insospettabile, esercente l’attività di meccanico che si dedicava “professionalmente” alla più redditizia attività criminale di coltivatore di marijuana.

La successiva perquisizione permetteva alle Fiamme Gialle di scoprire l’esistenza di un passaggio, abilmente occultato dietro un armadio contenente attrezzi da lavoro, attraverso il quale si accedeva ad alcuni locali sotterranei al cui interno il meccanico aveva creato due distinti ambienti per la coltivazione “idroponica” delle piante di marijuana, mentre un’altra stanza era stata destinata all’essicazione delle inflorescenze contenenti il principio attivo.

Al momento dell’accesso le due serre si presentavano in piena attività produttiva e dotate di ogni minima comodità utile a rendere l’habitat perfetto per la rapida crescita delle piante di stupefacente: termometri, ventilatori, condotti di aereazione, impianto di irrigazione nonché impianto elettrico per le numerose lampade alogene presenti.

Complessivamente sono state sottoposte a sequestro oltre 200 piante di marijuana che, pronte per essere immesse nel fiorente mercato della droga, avrebbero fruttato un illecito guadagno di oltre 50 mila euro; il meccanico “coltivatore, invece, è stato tratto in arresto ed associato presso la Casa Circondariale di Bari.