Banca Popolare Bari
Una delle sede della Banca Popolare di Bari

Risparmi di una vita “congelati” in banca. Un tesoretto fatto di azioni che non si possono vendere e un gruppo ben nutrito di azionisti inferociti. La situazione della Banca Popolare di Bari resta bloccata in uno stallo che sembra non finire mai.

Delusi e arrabbiati, un centinaio di risparmiatori questa mattina si sono riuniti, ancora una volta, in piazza Ferrarese per protestare contro i vertici della banca: “Vogliamo prima di tutto risposte. Ormai sono mesi che chiediamo di vendere le nostre azioni ma ci viene risposto che non si può vendere perché il mercato è bloccato”.

I risparmiatori si sono affiliati a cinque associazioni di consumatori (Confconsumatori, Adusbef, Codacons, Codici e Unione nazionale consumatori) che insieme stanno organizzando un “comitato per la tutela degli azionisti della Banca Popolare di Bari” che ha l’obiettivo di aprire un tavolo di confronto con l’istituto di credito.

Da aprile, cioè da quando il valore delle azioni è crollato del 20% ed è cominciata la corsa alle vendite, il mercato interno è paralizzato: le azioni non si possono vendere e migliaia di famiglie non possono attingerei ai propri risparmi.

Sulla situazione pesa il bilancio annuale, chiuso con un pesante rosso di 297 milioni di euro, e la trasformazione in atto della banca in Spa “in ottemperanza a quanto previsto dalla legge varata nel 2015”. La prossima assemblea dovrebbe svolgersi nella prima metà di dicembre. Intanto i risparmiatori devono attendere, ancora.