Braccia incrociate, due chiacchiere sulla semifinale di champions di ieri sera, un caffè, ma soprattutto tanta rabbia per essere stati scelti come vittima sacrificale. Capro espiatorio per distrarre l’opinione pubblica sul disastro dell’azienda. Gli autisti dell’Amtab sono infuriati.

Le fotografie allegate al pezzo sono state scattare stamattina. L’assembramento non è quello classico di una riunione sindacale. Sono le 6.30 del mattino. Gli autisti, una quarantina, stanno semplicemente aspettando di avere la “vettura”. Autobus che probabilmente non si muoveranno dall’officina, costringendo i conducenti a restarsene inoperosi per tutto l’orario di lavoro. E noi paghiamo, probabilmente anche la benzina per viaggi che non saranno mai fatti. Ciò significa che le corse diminuiscono in maniera proporzionale a quanto aumentano i disagi per l’utenza.

La battaglia dell’Amministrazione contro gli assenteisti – ormai ridotti a cinque di media al giorno su 450, molto meno di quanto succede in gran parte d’Italia – non regge più. Allo stesso modo non reggono gli annunci e gli “improvvisi” blitz in officina. L’ultima visita del sindaco Decaro ha fatto in modo che i mezzi fermi ai box fossero una ventina. È durato un paio di giorni. Mezzi che comunque avrebbero dovuto uscire.

Oggi si è tornati alle vecchie, cattive abitudini di sempre, le stesse che denunciamo con costanza quotidiana ormai da un paio d’anni. Più volte abbiamo fatto vedere in maniera impietosa le scarse condizioni di sicurezza a cui vengono sottoposti autisti e passeggeri. Ce lo ha raccontato anche il responsabile per la sicurezza aziendale.

Tenere insieme un parafango con il fil di ferro, magheggiare su motori e cambi che si spaccano subito dopo essere usciti dal deposito, ignorare gli pneumatici lisci della maggior parte dei mezzi o le fermate particolarmente pericolose, non risolve certamente il problema. Al contrario non fa altro che aggravarlo ed esasperare gli animi della gente contro gli autisti. I bersagli delle lamentele dovrebbero essere i veri responsabili di questa schifezza.

Gli odiosi privilegi che in molti continuano a mantenere, la mancanza di programmazione, le ruberie, l’inutile ricapitalizzazione. Le ragioni del disastro della municipalizzata barese dei trasporti risiedono altrove. Mettetevi l’anima in pace. Dei 40 pullman adesso fermi, forse si farà in modo di farne uscire un’altra quindicina. Non basta, ma soprattutto non serve se pur di farli circolare si mette a repentaglio la vita di tutti.