Se Massimo Biscardi rappresenta, in qualche maniera, il futuro della Fondazione Petruzzelli, Vito Longo dovrebbe rispondere del passato e oggi entrambi hanno presenziato davanti alle commissioni congiunte Trasparenza e Cultura del Comune di Bari. O sarebbe meglio dire che le commissioni hanno presenziato davanti alla Fondazione perché, alla fine, l’incontro per chiarire il disavanzo di esercizio di circa due milioni di euro del teatro, e il patrimonio netto in perdita di quasi un milione di euro, si è riivelato un mero atto di presenza. È sembrata una formalità per tenere buono chi chiede risposte e far vedere che si sta facendo qualcosa.

Desirèe Digeronimo (poco prima di sapere di essere sbattuta fuori dal Consiglio Comunale) e Filippo Melchiorre aprono con quindici domande pertinenti ed efficaci sulla gestione Fuortes. Appena il presidente della seduta sta per passare la parola a Biscardi, parte il battibecco tra consiglieri che non hanno chiesto nulla. Tutti vogliono i loro spiccioli di attenzione. Pasquale Finocchio interrompe semi offeso il presidente: vuole fare una domanda anche lui. Ottiene la parola e non domanda nulla ma si spertica in lodi per il commissario Fuortes, salvatore mandato del Ministero a far risorgere la Fondazione. Sembrava un alieno venuto da Poggiorsini. Giuseppe Carrieri subito dopo pone quattro domande: tre a Biscardi, tra l’inutile e il retorico, la quarta al video operatore Rai: “Mi hai ripreso”? Tranquillo, “uscirai” in televisione.

La parola passa a Biscardi e Longo. Il sovrintendente non può rispondere di decisioni prese prima che arrivasse, ma fa un bellissimo discorso sul futuro della Fondazione. Siamo con lui. Si sofferma a spiegare che l’accezione di clan da lui usata fa riferimento al mondo anglosassone – e non mafioso – inteso come una “famiglia” come i Kennedy, non come i Riina. Niente mafia nel Petruzzelli, dunque, ma nessuno chiede: “Allora questi clan cosa sono? Chi sono? Gli amici degli amici? I tesserati a un partito?”

Biscardi cede la parola a Longo, memoria storica, oltre che capo dell’amministrazione sotto Fuortes, per rispondere alle domande di sua competenza. Longo è capzioso, incompleto, scarica la responsabilità del disastro economico su Fuortes.

-Perché Fuortes ha speso soldi che non aveva e che sapeva non avrebbe avuto?
-Il commissario ha esercitato la discrezione esclusiva del proprio ruolo. Nessuno domanda perché lui, direttore amministrativo, non abbia quantomeno tentato di dissuaderlo.

-Da chi vengono selezionati il personale e le società per l’affidamento dei servizi?
-Solo di recente la legge ha imposto la gara per l’affidamento dei servizi non strettamente lirico-sinfonici.
Sì, vabbè, ma perché vincono sempre gli stessi? Nessuno lo chiede.

-Perché il bilancio della fondazione non è dettagliato?
-Che volete? Il Petruzzelli spende un terzo della Fenice.
Peccato che produca un quinto. Come vengono spesi quei soldi di differenza? La domanda non viene posta.

E così via. Si sarebbe potuto obiettare per tutte le risposte date dal ragioniere, ma niente. Tra il silenzio di chi non conosce la materia e gli interventi di chi vuol dire la sua per far vedere di aver partecipato alla seduta, la scena si tinge di toni surreali, fino alla conclusione del presidente del Consiglio Comunale, Pasquale Dirella, che invita i consiglieri a non inquisire “i nostri ospiti”: non è quello il luogo e il tempo per certe domande. Per Dirella il passato è il passato. Allora, scusate, ma che ci siamo venuti a fare tutti quanti qua?

E si ricomincia con i convenevoli: grazie di essere venuti, grazie del vostro tempo, evviva il Petruzzelli, Oh che bella la cultura! Ora, contribuenti, pagate due milioni di euro, ripianate la perdita del patrimonio e zitti.

Commissione Trasparenza e Cultura, si è visto poco dell’una e dell’altra. Insoddisfatti, abbiamo tentato di ottenere quelle risposte che non erano state date e altre a domande che non erano state poste direttamente dal ragionier Longo.

  • Come mai la Fondazione ha speso soldi che sapeva di non avere?
  • Quali sono questi Clan di cui parla il sovrintendente Biscardi? Come mai per il Petruzzelli continua a lavorare la Crescendo Sistemi Srl, azienda di Francesco Mele, di cui Longo è stato testimone di nozze?
  • Cosa vuol dire sul suo resoconto economico la voce: “Spese varie”? Un modo per affidare servizi ad amici senza dover indire gare?

Inutile dire che il direttore amministrativo non ha nemmeno tentato di imbastire una difesa, negandoci ogni tipo di risposta, innescando un girotondo nella sala Giunta, che ha fatto ridere tutti, anche quelli che avrebbero fatto bene a far perdere le proprie tracce. La conclusione la dedichiamo all’asessore alle Culture del Comune di Bari, Silvio Maselli, annunciato tra i presenti, ma fermatosi un paio di minuti, probabilmente solo per constatare che tutto stesse andando come poi è andato. Insomma, si tentava di avere chiarezza dall’incontro di oggi sul Caos Petruzzelli e sul suo pseudo fallimento, visto che Pantalone ripianerà, eccome se ripianerà. In un certo senso la riunione ha reso chiaro il fatto che a nessuno in Comune interessa un granché della faccenda.