Ad eseguire le operazioni sono stati i professori Luca Tupputi, Vincenzo Memeo e Michele Battaglia. L’equipe che ha curato l’attività anestesiologica è stata diretta dal prof. Tommaso Fiore. Così il cuore del ragazzo continua a vivere nel corpo di un 38enne, il fegato è stato ricevuto da un 39enne, mentre una donna di 53 anni e un uomo di 48 anni vivranno grazie alla donazione dei reni.

Ma l’episodio di ieri rappresenta un caso isolato nella regione Puglia: le opposizioni alla donazione di organi avvengono nel 40% dei casi e nel 2012 si contano solo 21 donazioni rispetto alle 46 dello scorso anno. Donare l’organo di una persona deceduta resta, in alcuni casi, un gesto inaccettabile per i parenti del potenziale donatore. In Italia i rifiuti si attestano al 28%.

In Puglia ci sono 770 persone in lista d’attesa per ricevere un organo: 700 necessiterebbero di un trapianto di rene, 50 di fegato, 20 di un cuore. Ma l’attesa, nella maggior parte dei casi, resta vana. Gli organi che potrebbero ridare speranza di vita a queste persone si perdono nel processo della morte fisica e nel rifiuto di chi non accetta una procedura che, in ogni caso, avverrebbe nel rispetto del corpo, sarebbe eseguita da equipe di specialisti che agirebbero solo sulla base di analisi inconfutabili.

In Puglia sarà presto possibile manifestare il proprio consenso alla donazione degli organi in caso di decesso: la procedura sarà attiva presso gli uffici anagrafe al momento del rilascio della carta d’identità.

10 ottobre 2012

Erica Introna