Facebook prima oscura il gruppo “Bitritto Live”, ma poi si ravvede e lo riattiva per buona pace di tutti, anche degli animalisti più intransigenti. La storia è particolarmente gustosa e attiene a quanto successo prima, durante e dopo la recente sagra del Toro allo spiedo in programma a Bitritto nell’ultimo fine settimana. Quelle immagini forti del manzo infilato da parte a parte, che come un pollo qualunque gira su un’asta di ferro e cuoce a fuoco lento, non è stata particolarmente gradita da alcuni amanti degli animali.

Bitritto Live, come sempre voce attenta del paese, attraverso Facebook informava i quasi 5mila amici di tutte le fasi della sagra, preparazione compresa. Foto, video, commenti e dirette. Non una mania verso il toro infilzazo, ma il solito modo partecipato e tempestivo di informare i seguaci su Facebook. Alcune discussioni tra favorevoli e contrari allo spettacolo della carne al girarrosto, però, hanno preso la piaga dell’offesa e dell’integralismo sfrenato.

A quel punto si è arrivati a bannare un paio di contrari, che a loro volta hanno iniziato una campagna negativa senza esclusione di colpi e di segnalazioni, fin quando Facebook non ha deciso di oscurare il gruppo. La cancellazione è stata persino più indigesta del piatto di manzo. Il buio è durato fortunatamente poche ore, fino a quando il buon senso, unito ad un certo spirito democratico e tollerante non sono tornati a fare capolino.

Ognuno può pensarla come crede, sposare una religione o avere una preferenza sessuale, votare Trump o essere renziano, professare il veganesimo o magiare il carpaccio. Si può discutere, anche con livore, ma non è possibile imporre il proprio credo, solo perché ci si ritiene unti dal Signore, da Maometto o Geova. Un toro allo spiedo è sempre un toro allo spiedo e prima di infilzarlo non ha dovuto subire le torture di una corrida. Tutto è bene quel che finisce bene. Bentornato Bitritto Live, ci vediamo il 31 ottobre alla sagra della caldarrosta, del vino, della porchetta e della frutta secca.