A partire dal 13 agosto, la diga di Occhito non sarà più in grado di fornire acqua per l’irrigazione agricola nella provincia di Foggia. Le riserve idriche, già drasticamente ridotte a causa della siccità persistente, saranno destinate esclusivamente all’uso potabile, garantendo l’approvvigionamento per la popolazione almeno per i prossimi nove mesi.

Attualmente, l’invaso, situato al confine con il Molise, perde quotidianamente circa 1,7 milioni di metri cubi di acqua in assenza di piogge. Una volta raggiunta la soglia critica di 45 milioni di metri cubi di disponibilità totale, l’interruzione dell’uso irriguo sarà inevitabile.

L’allarme è stato lanciato durante un incontro presso il Comune di Foggia, a cui hanno partecipato la sindaca Maria Aida Episcopo, l’assessore Lorenzo Frattarolo, i rappresentanti delle organizzazioni agricole provinciali e il Consorzio di Bonifica della Capitanata. La CIA Agricoltori Italiani, presente con il presidente provinciale Angelo Miano, ha evidenziato l’enorme impatto che la crisi idrica sta avendo sull’agricoltura locale.

Secondo Miano, la combinazione di siccità e infrastrutture idriche inadeguate potrebbe ridurre del 40% i raccolti di pomodoro, causando gravi danni agli agricoltori. Anche la produzione di cereali è in forte calo, e si prevedono ulteriori perdite significative nei settori olivicolo, ortofrutticolo e zootecnico nei prossimi mesi.

Per affrontare l’emergenza, la CIA Agricoltori di Capitanata propone l’implementazione di tre grandi opere. La prima riguarda la costruzione di una condotta di 10 chilometri per deviare parte dei 200 milioni di metri cubi d’acqua che annualmente si disperdono in mare dalla diga del Liscione, in Molise, verso il ripartitore di Finocchito. Questa opera, che richiede un accordo tra le regioni Puglia e Molise, potrebbe essere realizzata in tempi relativamente brevi.

La seconda proposta è la costruzione della diga di Palazzo d’Ascoli, che permetterebbe di recuperare circa 72 milioni di metri cubi d’acqua. Il Governo ha già stanziato 8 milioni di euro per il progetto.

Infine, la terza opera, attesa da oltre 20 anni, è la diga di Piano dei Limiti. Situata a valle della diga di Occhito, permetterebbe di recuperare almeno 42 milioni di metri cubi d’acqua. Tuttavia, questa infrastruttura richiede un investimento significativo, stimato in circa 400 milioni di euro, e sebbene il progetto esecutivo sia pronto da anni, l’opera non è ancora stata avviata.

L’emergenza idrica rappresenta una sfida cruciale per la provincia di Foggia e la Daunia, e la realizzazione di queste opere è fondamentale per garantire un futuro sostenibile al settore agricolo locale.