Oggi, 17 maggio, il mondo commemora la Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia. È una giornata che va oltre la mera celebrazione: è un momento di riflessione su quanto ancora resta da fare per garantire un mondo più inclusivo e rispettoso delle diversità di genere e sessuali.

Questa giornata non è casuale, ma coincide con un evento storico cruciale. Nel 1990, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha finalmente rimosso l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali. Da allora, il 17 maggio è diventato il simbolo della lotta contro le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere.

Nonostante i progressi compiuti, il cammino verso l’uguaglianza è ancora lungo. In 72 paesi del mondo, l’orientamento sessuale è ancora oggetto di sanzioni penali. Queste leggi non solo minano i diritti umani fondamentali, ma alimentano anche un clima di paura e discriminazione per le persone LGBTQ+.

Tuttavia, ci sono segnali positivi di cambiamento. L’Italia, ad esempio, si è impegnata attivamente nella promozione dei diritti delle persone LGBTQ+. Dal 2017, è membro del “Core Group LGBTI”, un gruppo interregionale che lavora per combattere la discriminazione e tutelare i diritti delle persone LGBTQ+ a livello internazionale.

Inoltre, l’Italia sostiene la Dichiarazione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 2008 sui “diritti umani, orientamento sessuale e identità di genere”. Questo impegno si traduce anche in azioni concrete, come il supporto all’Equal Rights Coalition e al Global Equality Fund, che finanziano progetti a tutela delle persone LGBTQ+ in tutto il mondo.

L’importanza di questi sforzi non può essere sottovalutata. Creare un mondo più inclusivo e rispettoso delle diversità richiede l’impegno di tutti: governi, organizzazioni internazionali, comunità e singoli individui. Solo attraverso la sensibilizzazione, la promozione dei diritti umani e la solidarietà possiamo sperare di porre fine all’omotransfobia e alla discriminazione in tutte le sue forme.