Operazioni delle truppe KFOR in Kosovo

Sono 14 gli italiani feriti durante gli scontri avvenuti ieri, 30 maggio, nel comune di Zvecan, nel nord del Kosovo. Si tratta di militari del 9° Reggimento Alpini L’Aquila impegnati nelle truppe KFOR, la missione NATO volta a ristabilire l’ordine e la pace in Kosovo. Dalle note ufficiali trasmesse dalla missione, si apprende la decisione, presa già nelle scorse settimane, di aumentare la presenza militare in quattro comuni del Kosovo settentrionale. In queste realtà, a maggioranza serba, la recente elezione di amministratori di etnia albanese aveva generato tensioni.

“Migliorano le condizioni dei soldati italiani rimasti feriti negli scontri di ieri in Kosovo”, ha riferito  in una nota il ministero della Difesa, spiegando che le unità dell’Esercito Italiano sono rientrate nella base italiana di Villaggio Italia questa mattina, dopo aver lasciato il posto a un’altra unità della Kfor.

Nella giornata di ieri, lunedì 29 maggio 2023, a Zvecan la polveriera è esplosa. I manifestanti serbi hanno contestato con violenza l’insediamento del nuovo sindaco, e la situazione ha richiesto l’intervento della KFOR.

Il numero dei soldati feriti è di 33 persone – oltre agli italiani, anche 19 militari ungheresi hanno subito danni fisici dovuti a esplosioni e armi da fuoco – ma fortunatamente le loro condizioni sembrano non essere gravi.

Il Comandante della missione Angelo Michele Ristuccia ha espresso solidarietà ai feriti e alle loro famiglie, e assicurato che la KFOR continuerà ad operare, in conformità col suo mandato, per garantire massime sicurezza e libertà per i cittadini del Kosovo, di qualunque etnia.

Anche da parte del Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, arrivano dichiarazioni: “Ho parlato con il presidente serbo Vucic e con il Primo Ministro kosovaro Kurti”, ha affermato su Rai Radio 1, “l’invito era al dialogo e a placare la situazione. Nessuno ha interesse ad accendere micce, ed è importante scongiurare nuovi conflitti”.

Tajani ha sottolineato la disponibilità dei due capi di Stato e una propensione all’ascolto, fondamentale in situazioni di alta tensione come questa.

A seguire l’evoluzione e le condizioni di salute dei feriti è Giuseppe Cavo Dragone, capo di Stato Maggiore della Difesa, che si unisce al supporto dei soldati e dei loro familiari.