“A casa sono dei vegetali, si alzano dal letto, mangiano e tornano a dormire. Avevamo trovato una soluzione nel centro diurno, ma ce lo hanno tolto. Ce li state ammazzando”. A parlare sono i genitori dei ragazzi disabili che si trovano a dover lottare contro i tempi della burocrazia.

Quello che sta accadendo al centro Nuova Fenice è un caso emblematico che in realtà riguarda altri centri del Barese e della Puglia. “Prima potevamo mandare i nostri figli nei centri, ma a un certo punto i soldi della Regione sono finiti. Per quanto riguarda questo caso su 30 famiglie solo 11 hanno ricevuto il finanziamento, ma in tutto il Barese parliamo di 90 famiglie su 300”, sottolinea Teresa del sindacato Sfida.

“I ragazzi disabili trovano giovamento nel frequentare i centri diurni. Molte famiglie – continua Teresa – non possono pagare rette giornaliere di circa 30 euro e per questo decidono di mandarli solo due o tre volte alla settimana. Per loro i centri diurni sono una cura fondamentale”. “Vengono spesi soldi inutilmente per cose futili, mentre per questi ragazzi non c’è sensibilità”, sottolinea un padre arrabbiato.

“Qui viene violato il diritto alla frequenza. Abbiamo avuto una interlocuzione con il neo assessore al Walfare, Rosa Barone, che ci ha detto di aver trovato i soldi, ma manca la delibera che li mette a disposizione delle famiglie. Abbiamo anche interpellato Emiliano e Lopalco, senza ricevere risposta. Come sempre – conclude il sindacato – i tempi della burocrazia non coincidono mai coi tempi delle famiglie e i nostri ragazzi ne stanno morendo”.