Cosa succede quando torni a Bari dopo un anno in cui sei stato a Milano, cercando di perdere cadenza e cattive abitudini da terrone, dimenticare la focaccia coi pomodorini, quelli piccoli e i “trimoni” che incontri a flotte per strada? Succede che al casello Bari Nord, in autostrada, uno faccia retromarcia davanti alla tua auto perché aveva sbagliato uscita e fare il giro come le persone normali è una gran rottura di palle. Succede anche che prendi 5 chili in 48 ore per le troppe premure culinarie di mamma e suocera che ti ingozzano come se a Milano non si mangi.

Signori e signore, ecco a voi il ritorno di Stefano Mastrolitti, emigrato nella città della Madonnina facendo il gesto dell’ombrello a diversi detrattori, per cercare di coronare i suoi sogni, in buona parte già realizzati. I sogni professionali e personali – non è che possiamo sbilanciarci troppo adesso – si scontrano però con la brusca realtà barese, tutta folklore e poco incline al cambiamento culturale.

D’un tratto ti accorgi di aver dimenticato qualche gastema, di aver iniziato a fare una raccolta differenziate spinta, quasi a luci rosse. Puoi persino renderti conto che la nebbia di Milano non è colpa dei milanesi e il mare di Bari non è merito dei baresi, un popolo ancora troppo perbenista e poco perbene. Sarà una nostra fissazione, ma abbiamo costretto anche lo speaker di Radio 101 a dire la sua sulla campagna di educazione civica voluta dal suo amico personale Antonio Decaro. Come al solito, quando c’è di mezzo Mastrolitti, niente va come te lo eri immaginato.